Il Cda Rai ha dato il via libera alle nuove nomine proposte dal nuovo amministratore delegato Roberto Sergio, succeduto a Carlo Fuertes dopo le dimissioni avvenute lo scorso 8 maggio. Nuovi direttori e volti, ma anche qualche conferma. Secondo quanto diffuso, Gianmarco Chiocci andrà alla direzione del Tg1, e Antonio Preziosi alla direzione del Tg2. Mario Orfeo viene confermato al Tg3, Francesco Pionati al Gr e Jacopo Volpi a RaiSport. Sulle nuove nomine è intervenuto Paolo Marcheschi, componente della Commissione di Vigilanza Rai e senatore di Fratelli d’Italia. “Da oggi la Rai riparte dopo anni di immobilismo. Siamo stati tempestivi per superare lo stallo, garantendo un servizio plurale e di qualità. Auguri di buon lavoro a tutti gli uomini e le donne di questa azienda che lavorano per dare alla nazione una informazione sana ed equilibrata”.
Alcune dichiarazioni
A intervenire è stato anche Giorgio Mulé, vicepresidente FI della Camera: “Professionisti di altissimo profilo che sapranno fondare sull’esperienza e la competenza la garanzia del pluralismo, fondamentale per il servizio pubblico”. Anche Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Forza Italia, è intervenuta, aggiungendo: “L’informazione della Rai apre un nuovo corso. I direttori appena nominati alla guida delle testate giornalistiche sapranno coniugare imparzialità e diritto di cronaca, al servizio dei cittadini e dei telespettatori che meritano un servizio pubblico all’altezza delle loro aspettative”.
Le polemiche
Non sono tuttavia mancate le discussioni. In un clima già teso, a seguito dell’abbandono dei canali da parte di Fazio e Littizzetto, e per le parole usate da Matteo Salvini per salutare i due conduttori, si sono aggiunte le polemiche da parte di alcuni esponenti del Pd, intervenuti per sottolineare una mancanza di parità di generi e di pluralismo. “Nella Rai del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non c’è posto per le donne e non c’è posto per il pluralismo. La lenzuolata di nomine, con astensioni e voti contrari, è un pessimo segnale per il servizio pubblico. Un monocolore dove vince il punto di vista della maggioranza di governo. Senza presentare il piano editoriale e il piano industriale hanno cambiato i vertici dell’informazione e dei generi televisivi a un anno dalla scadenza naturale del consiglio d’amministrazione. Come Partito Democratico vigileremo perché vengano garantiti i punti di vista diversi e siano bandite le liste di proscrizione. Come Partito Democratico ci impegneremo, dopo aver ascoltato anche la società civile, a presentare in Parlamento la riforma della governance Rai”, hanno dichiarato Sandro Ruotolo, responsabile nazionale informazione, cultura e culture, e memoria del Partito Democratico, e Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione parlamentare di vigilanza Rai, in una nota.