Oggi, 22 dicembre, per milioni di studenti è stato l’ultimo giorno di scuola di un 2020 a dir poco complicato. Le lezioni torneranno a svolgersi dal 7 gennaio 2021. Ma in quale modalità sarà con l’anno nuovo per la maggior parte dei ragazzi? Ancora con didattica a distanza oppure si ritornerà in presenza?
La novità più sostanziosa prevista dal dpcm 3 dicembre è costituita dal ritorno della didattica in presenza per il 75% degli studenti della scuola secondaria di secondo grado a partire dal giorno dopo l’Epifania. Ma molto potrebbe anche variare da qui alle prossime due settimane
Scuola, l’ottimismo del ministro Azzolina e dei dirigenti scolastici
I tavoli dei prefetti lavorano in questa direzione per tutti gli studenti, anche per i ragazzi delle scuole superiori, operando sul fronte degli scaglionamenti orari dell’ingresso a scuola e sul fronte trasporti, per aumentare le corse e le disponibilità di mezzi.
Il dirigente dell’Ufficio scolastico di Milano ed ex ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha annunciato con un post su Facebook il ritorno alle lezioni in presenza degli studenti delle superiori. “A gennaio torneranno a scuola per seguire in presenza le lezioni. E lo faranno nelle migliori condizioni possibili, grazie a un piano approvato e reso pubblico dalla Prefettura di Milano”.
Anche la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, da sempre, agisce e rilascia le sue dichiarazioni come se a questa opzione del rientro in classe in presenza non ci fosse alcuna alternativa. Nella lettera di Natale, ad esempio, ha dichiarato: “La Scuola è la casa del futuro e se chiudiamo le scuole, perdiamo di vista anche il nostro domani”. Ma è davvero così? Il rientro a scuola dei ragazzi delle superiori e delle classi seconde e terze di scuola secondaria di primo grado è certo?
Lo scenario ‘arancione’
Dipenderà dalla prudenza che gli italiani dimostreranno nel corso delle feste natalizie e dall’andamento della curva dei contagi. Una curva legata, si teme, anche al nuovo ceppo del Coronavirus, che a quanto pare mostra, se non una maggiore aggressività, quanto meno una maggiore velocità di contagio. L’indice Rt, insomma, potrebbe tornare a crescere in tempi piuttosto veloci, compromettendo i piani della ministra.
Lo scenario ‘rosso’
Qualora così fosse, quindi in presenza di un aumento dell’Rt, molte regioni d’Italia potrebbero tornare a essere dichiarate zona rossa con ordinanza del Ministero della Salute. In questo caso si tornerebbe a praticare probabilmente la didattica a distanza per le scuole superiori e anche per le prime e seconde medie. Un alleggerimento delle misure restrittive potrebbe riguardare le ultime classi, che dovranno sostenere esami conclusivi di ciclo.
In altre parole, qualora venisse comunque consentita, anche in zona rossa, una percentuale di didattica in presenza (si parla del 50%, come riferiamo in un altro articolo) per le scuole superiori, questa potrebbe coinvolgere probabilmente i ragazzi di quinta.