La vicenda ha avuto inizio il 18 ottobre 2021, quando l’uomo ha ricevuto un messaggio SMS apparentemente ufficiale, contenente il logo di Poste Italiane
La sicurezza dei risparmi è una questione fondamentale per molti cittadini, in particolare per gli anziani, che possono diventare più vulnerabili a raggiri e truffe informatiche. Questo è esattamente ciò che è accaduto a un pensionato di 73 anni residente a San Casciano Val di Pesa, il quale ha subito una truffa ben orchestrata che gli è costata ben 18.039 euro. Fortunatamente, grazie all’intervento del tribunale di Firenze, il cliente ha ottenuto giustizia e Poste Italiane è stata condannata a risarcirlo per l’intera somma sottratta.
La truffa con il logo di Poste Italiane
La vicenda ha avuto inizio il 18 ottobre 2021, quando l’uomo ha ricevuto un messaggio SMS apparentemente ufficiale, contenente il logo di Poste Italiane. Il messaggio lo informava di un presunto problema sul suo conto corrente, invitandolo a cliccare su un link per risolvere la situazione. Questo genere di comunicazione rientra nel fenomeno noto come phishing, dove i truffatori si fingono rappresentanti di aziende affidabili per ingannare le vittime e ottenere informazioni sensibili.
Dopo aver cliccato sul link, il pensionato è stato contattato da un sedicente operatore delle Poste, il quale, con toni rassicuranti, gli ha detto che era necessario “resettare il codice di accesso per motivi di sicurezza”. Sfruttando la fiducia del cliente, l’operatore lo ha convinto a inserire la propria tessera in un lettore Postamat. Questo passaggio ha permesso ai truffatori di accedere alle credenziali del pensionato, e in pochi minuti sono state effettuate nove operazioni fraudolente che hanno portato a un prelievo complessivo di oltre 18mila euro in buoni fruttiferi postali.
La scoperta del raggiro e il mancato rimborso da parte di Poste Italiane
Solo il giorno seguente, insospettito dall’impossibilità di contattare l’operatore che lo aveva chiamato, il pensionato si è recato presso la sua filiale per chiarire la situazione. È stata lì che ha scoperto il raggiro: il suo denaro era sparito e non vi era alcun problema reale sul suo conto. A questo punto, si è rivolto a Poste Italiane per richiedere il rimborso, ma l’azienda ha rifiutato di restituirgli la somma, costringendolo a cercare giustizia attraverso i canali legali.
Il ricorso e la sentenza
Il ricorso è stato presentato dall’avvocato Pierpaolo Florio, portando la questione davanti alla terza sezione civile del tribunale di Firenze. La giudice Elisabetta Carloni ha esaminato il caso e ha stabilito che Poste Italiane non aveva attuato le misure necessarie per proteggere i propri clienti da attacchi di phishing. Nella sentenza, si sottolinea che l’azienda avrebbe potuto prevenire il danno adottando sistemi di sicurezza più avanzati, come la doppia autenticazione tramite codice OTP, una prassi che è diventata sempre più comune nel settore bancario e finanziario per garantire la sicurezza delle transazioni.
Il tribunale ha chiarito che la responsabilità di Poste Italiane sarebbe stata esclusa solo se l’azienda avesse dimostrato di aver messo in atto tutte le misure appropriate per tutelare il cliente. La giudice ha anche fatto riferimento a una precedente sentenza della Cassazione, la numero 23683 del 26 giugno 2024, che stabilisce che i prestatori di servizi di pagamento devono provare l’adozione di misure tecniche idonee per garantire che le operazioni siano conformi alla volontà del correntista. Nel caso specifico, la giudice ha escluso qualsiasi responsabilità del pensionato, ritenendo che non ci fosse stata né negligenza né errata custodia dei codici da parte sua.
Un precedente importante per la protezione dei consumatori
Questa sentenza rappresenta un importante precedente per la protezione dei consumatori, evidenziando la responsabilità delle aziende nel garantire la sicurezza delle informazioni e dei fondi dei propri clienti. Con l’aumento delle truffe online, è fondamentale che le istituzioni e le aziende prendano misure proattive per educare i cittadini sui rischi del phishing e su come riconoscere potenziali tentativi di frode. Inoltre, è essenziale che i servizi di pagamento implementino sistemi di sicurezza robusti, per evitare che altre persone possano subire la stessa sorte del pensionato di San Casciano.
In un contesto in cui la digitalizzazione dei servizi finanziari è in costante crescita, la consapevolezza e la protezione dei consumatori devono rimanere una priorità. La vicenda del pensionato, purtroppo, non è un caso isolato, e le esperienze di persone vulnerabili come lui devono servire da monito per tutti.