Dopo circa sei mesi di conflitto, l’Onu ha approvato per la prima volta una risoluzione per un cessate il fuoco immediato a Gaza. Durante la votazione si è verificata l’astensione degli Stati Uniti. Questa decisione ha suscitato la furiosa reazione di Israele, che ha interpretato l’assenza del veto dell’alleato americano come un segnale negativo dall’amministrazione Biden. Israele ha criticato la risoluzione, colpevole di non menzionare Hamas e di non favorire il rilascio degli ostaggi nella Striscia.
Mentre si stanno svolgendo negoziati con Hamas a Doha, mediati dagli Stati Uniti, il Qatar e l’Egitto, il primo ministro israeliano Netanyahu ha annullato la missione degli alti funzionari israeliani a Washington: una diretta conseguenza della mossa americana. Al contrario, Hamas ha accolto positivamente il voto dell’Onu e si è impegnato per un processo di scambio di prigionieri. La risoluzione, approvata con 14 voti a favore e l’astensione degli Stati Uniti, chiede un cessate il fuoco immediato durante il Ramadan, con il rispetto di tutte le parti coinvolte, nonché il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi e l’accesso umanitario garantito per soddisfare le esigenze mediche e umanitarie. Questa risoluzione ha ricevuto il plauso della comunità internazionale, inclusa l’Italia. La Francia ha avanzato ulteriori richieste, chiedendo un cessate il fuoco permanente entro il 9 aprile
La situazione tra Israele e Stati Uniti
L’astensione americana è stata vista come un passo indietro dalle posizioni precedenti degli Stati Uniti, con l’ufficio di Netanyahu che denuncia un potenziale vantaggio per Hamas nel non dover rilasciare ostaggi. Israele ha dichiarato la sua intenzione di continuare la lotta contro Hamas finché tutti gli ostaggi non saranno liberati: “L’astensione degli americani – ha detto Israele – è un passo indietro chiaro dalle posizioni assunte dagli Usa fin dall’inizio della guerra. Colpisce lo sforzo bellico e quello per liberare gli ostaggi perché offre a Hamas la speranza che pressioni internazionali gli consentiranno di ottenere un cessate il fuoco senza rilasciare i rapiti”.
Hamas: “Gli Stati Uniti non sono più in grado di imporre la loro volontà”
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, come riporta Mehr, ha definito la risoluzione proposta dall’Onu un “passo positivo ma ancora insufficiente”. “Il passo più importante è intraprendere azioni efficaci per attuare la risoluzione e fermare gli attacchi dell’aggressore regime sionista contro la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, revocare completamente il crudele blocco a Gaza e riaprire i valichi per inviare aiuti umanitari internazionali oltre a fornire aiuti finanziari per la ricostruzione della Striscia di Gaza”, ha affermato il funzionario. “Ci si aspetta che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ritenga il regime israeliano responsabile dei crimini commessi contro i profughi della Palestina negli ultimi sei mesi e della possibilità che ciò continui in violazione della risoluzione”, ha aggiunto Kanani.
Proprio dalla capitale iraniana poi il capo dell’ufficio politico di Hamas ha dichiarato: “Gli Stati Uniti, che si sono astenuti durante la votazione, non sono più in grado di imporre la loro volontà sulla comunità internazionale. La risoluzione è un segno della resistenza unica del popolo palestinese. Il regime sionista non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi militari e al contrario sta perdendo il suo sostegno politico e internazionale”.