Ecco cosa ha detto il Pontefice durante la breve conferenza stampa in volo sul tema dell’interruzione di gravidanza e sugli altri argomenti presi in esame
Sul volo di ritorno a Roma dopo la visita apostolica in Lussemburgo e Belgio, Papa Francesco ha espresso la sua posizione sul tema dell’interruzione di gravidanza: “I medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari e su questo non si può discutere“. Poi ha aggiunto: “Un’altra cosa sono i metodi anticoncettivi, da non confondere con l’aborto“, rivolgendosi alla giornalista che ha posto la domanda. Nel corso del colloquio il Papa ha parlato anche dell’attacco al Libano, degli abusi nella Chiesa e del ruolo della donna.
La conferenza stampa in volo
A Bruxelles il Pontefice ha presieduto la Messa con la beatificazione di suor Anna di Gesù, protagonista”di un grande movimento di riforma, sulle orme di una gigante dello Spirito di cui ha diffuso gli ideali in Spagna, in Francia e anche qui, a Bruxelles“. “Per scelta non ha lasciato scritti, ma si è impegnata invece a mettere in pratica ciò che a sua volta aveva imparato, e con il suo modo di vivere ha contribuito a risollevare la Chiesa in un momento di grande difficoltà“, ha detto Papa Francesco. La liturgia è stata celebrata nello stadio “Re Baldovino”. Durante il volo di ritorno a Roma ha incontrato i giornalisti e risposto a ogni domanda.
“L’aborto è un omicidio”
Papa Francesco non ha usato mezzi termini per condannare l’aborto e ha esposto il suo chiaro punto di vista definendo i medici che lo praticano dei “sicari”. “L’aborto è un omicidio“, queste sono le parole del Pontefice secondo quanto riportato da Vatican News. “La scienza ti dice che al mese del concepimento ci sono già tutti gli organi. Si uccide un essere umano. E i medici che si prestano a questo sono sicari. Sono dei sicari. E su questo non si può discutere. Si uccide una vita umana. E le donne hanno il diritto di proteggere la vita“, ha continuato. Il discorso del Papa sull’interruzione di gravidanza arriva a poca distanza dalla giornata internazionale per l’Aborto sicuro, durante la quale alcuni report hanno mostrato i grandi numeri dei medici obiettori che rendono alquanto complicato per una donna ricorrere alla pratica dell’aborto, nonostante sia un diritto stabilito dalla legge 194 del 1978. Il Ministero della Salute fa sapere che ci sono almeno 7 ginecologi obiettori su 10 con picchi più elevati in Sicilia, Abruzzo e Molise.
Silvana Agatone, presidentessa di Laiga, Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della legge 194 ha commentato: “Definirci ‘sicari’ è violento. Le sue parole inneggiano all’odio e al giudizio“. “Gli operatori sanitari sono già pochi, lavorano sotto organico, sono già bersagliati dalla popolazione arrabbiata perché la sanità è in stato di abbandono, a causa della politica, e sfogano la loro frustrazione sugli unici che trovano, ovvero gli operatori sanitari. Un linguaggio che inneggia all’odio e al giudizio non crea serenità“, ha proseguito Agatone. “Vorrei che veramente venissero salvate le vite per esempio contrastando le fabbriche di armi o andando nei contesti di guerra. Noi siamo medici che applicano una legge che i cittadini cattolici hanno voluto attraverso referendum. Cosa c’entra il giudizio con la religione? Noi ginecologi non obiettori ascoltando i cittadini e le cittadine abbiamo imparato a non giudicare“, ha continuato.
Il tema degli abusi
Quando gli viene chiesto cosa pensa degli abusi commessi da chierici e come intende procedere sulle richieste delle vittime il Pontefice ha risposto: “Ho ascoltato gli abusati. È un dovere. Alcuni dicono che per le statistiche soltanto il 3 per cento degli abusi riguarda la Chiesa. Non mi importa quello. Io prendo quelli della Chiesa. Abbiamo la responsabilità di aiutare gli abusati. Di prendersi cura di loro. Alcuni hanno bisogno di trattamento psicologico, dobbiamo aiutarli. Poi si parla di indennizzazioni, che nel diritto civile sono previste. E dobbiamo punire gli abusatori”. “Perché l’abuso non è un peccato di oggi che domani non c’è più. E’ una tendenza e una malattia psichiatrica. Non si può lasciare un abusatore libero nella vita normale, con responsabilità nelle scuole e nelle parrocchie. Alcuni vescovi, ai preti che hanno fatto questo, dopo il processo e la condanna danno per lavoro ad esempio in una biblioteca, ma senza contatto con i bambini. Dobbiamo andare avanti su questo. Ho detto ai vescovi belgi di non avere paura. La vergogna è coprire, questa sì è la vergogna“, ha continuato.
La crisi in Libano
Durante la breve conferenza Papa Francesco ha anche parlato della guerra in Medioriente e dell’attacco in Libano da parte di Israele. “La difesa sempre deve essere proporzionata all’attacco. Quando c’è qualcosa di sproporzionato, si fa vedere una tendenza dominatrice che va oltre la moralità”. “Sono azioni immorali quelle di un Paese, qualsiasi Paese che usa le forze in modo così superlativo. La guerra è immorale ma le regole di guerra indicano una moralità, quando questo non c’è si vede, diciamo in Argentina, il cattivo sangue”, ha continuato.
Il ruolo delle donne
Viene aperta poi un’altra questione, legata alle parole del Papa ritenute troppo conservatrici. “Quel comunicato è stato fatto nel momento in cui parlavo. È stato pre-fatto. E questo non è morale. Io parlo sempre della dignità della donna. Io ho detto una cosa che non posso dire degli uomini. La Chiesa è donna. È la sposa di Gesù. Maschilizzare la Chiesa, maschilizzare le donne, non è umano, non è cristiano“, ha risposto il Pontefice. “Il femminile ha la propria forza. Anzi, lo dico sempre, la donna è più importante degli uomini, perché la Chiesa è donna, è sposa di Gesù. Se questo, a quelle signore, sembra conservatore, io sono Carlos Gardell (il più grande cantante di tango dell’Argentina, ndr). Io vedo che c’è una mente ottusa, che non vuol sentire parlare di questo. La donna è uguale agli uomini, anzi, nella vita della Chiesa la donna è superiore. Perché la Chiesa è donna. Riguardo ai ministeri: è più grande la misticità della donna che il ministero. C’è un grande teologo che ha fatto studi su questo (riferimento a Hans Urs von Balthasar, ndr): è più grande il ministero petrino o il ministero mariano? È più grande il ministero mariano, perché è un ministero di unità che coinvolge, l’altro è ministero di conduzione. La maternalità della Chiesa è la maternalità della donna. Il ministero è un ministero molto minore dato per accompagnare i fedeli, ma sempre dentro la maternalità. Vari teologi hanno studiato questo e dire questo è una cosa reale, non dico moderna, ma reale. Non è antiquato. Un femminismo esagerato che vuol dire che la donna sia maschilista non funziona. Una cosa è il femminismo, che non va, una cosa è il maschilismo che non va. Quello che è la Chiesa donna, che è più grande del ministero sacerdotale. E questo non si pensa alle volte”, ha continuato.