Il Presidente Emerito della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, si trova in una fase critica della sua salute, che ha suscitato un’ondata di emozioni contrastanti tra i cittadini italiani.
Il lungo periodo di ricovero di Napolitano in una clinica romana, ormai da circa quattro mesi, ha visto un recente peggioramento delle sue condizioni di salute, causando un crescente allarme nella nazione.
A 98 anni, Napolitano è una figura di spicco nella politica italiana e un testimone vivente della storia del Paese. La sua fragile salute ha scatenato una serie di reazioni, dalle espressioni di affetto e preoccupazione, fino ai commenti offensivi e inappropriati sui social media.
I commenti aberranti sui social
La notizia del peggioramento delle condizioni di Napolitano ha portato alla luce l’oscurità dei social media, dove alcuni individui senza scrupoli hanno espresso odio e desiderato la morte dell’ex Capo dello Stato.
Commenti come “Tranquillo Giorgio, molla pure che di danni ce ne hai lasciati abbastanza” e “L’unica soddisfazione che ci è rimasta è sedersi sulla riva del fiume e aspettare che passino uno ad uno“, accompagnati dall’hashtag #Napolitano, hanno generato indignazione e rabbia nell’opinione pubblica.
Una narrazione macabra e irrispettosa
Le immagini associate a questi commenti sui social media sono altrettanto disturbanti. Il nome di Napolitano è stato associato a foto di personaggi noti deceduti, come Gino Strada, Michela Murgia, l’ex presidente Oscar Luigi Scalfaro, Piero Angela, Dario Fo e David Sassoli. Questo è stato fatto per alimentare una narrativa macabra che sembra celebrare la morte (nemmeno accaduta) di una personalità pubblica anziché dimostrare compassione.
Inoltre, addirittura alcuni hanno utilizzato immagini di personaggi di fantasia, come Gollum de ‘Il Signore degli Anelli’, o persino la foto dell’ormai famosa mummia ‘aliena’ messicana, associandoli al nome di Napolitano, e al suo hashtag.
È un esempio eclatante di quanto possano essere dannosi e irresponsabili i comportamenti sui social media, dove l’anonimato spesso consente a individui senza scrupoli di esprimere liberamente il loro disprezzo.
In contrasto: le parole di supporto del Papa
In contrasto con questi commenti sociali disgustosi, le parole del Papa hanno portato un raggio di speranza e compassione. Durante un’udienza generale, il Papa ha esortato le persone a pensare a Giorgio Napolitano, definendolo un “servitore della patria”, e ha espresso il desiderio che egli trovi conforto.
Questo gesto ha evidenziato la necessità di mantenere un senso di umanità e rispetto anche in situazioni politiche o sociali complesse. Il Papa ha richiamato l’attenzione su Napolitano come figura di rilievo e ha invitato tutti a considerare l’umanità e la dignità delle persone, indipendentemente dalle loro opinioni politiche o dal loro passato.
Uno sciame di giornalisti alla clinica
L’aspetto logistico di questa situazione è stato ulteriormente complicato dall’accesso alla clinica dove Napolitano è stato ricoverato. Numerosi giornalisti si sono recati ai cancelli della clinica di Monteverde Vecchio per cercare notizie sul suo stato di salute.
Tuttavia, per disposizione della famiglia, l’accesso dei giornalisti all’interno dell’edificio è stato interdetto fin dalle prime ore della mattina. Questo ha alimentato ulteriormente la curiosità e l’ansia dei media e del pubblico, ma ha anche dimostrato il desiderio della famiglia di mantenere una certa privacy in un momento così delicato.
Le forze dell’ordine, tra cui Polizia e Carabinieri, hanno presidiato i due ingressi della clinica per garantire la sicurezza e la tranquillità durante questo periodo critico.
La famiglia raccolta intorno a lui
La protezione e la riservatezza sono diventate essenziali per consentire alla famiglia di affrontare questo momento difficile con la dignità e la tranquillità necessarie.
Accanto a Giorgio Napolitano ci sono stati membri della sua famiglia, in particolare il figlio Giulio e la moglie Clio, che ha dovuto affrontare il suo stesso disagio emotivo mentre il marito era in ospedale.
Anche il suo consigliere per la comunicazione, Gianni Matteoli, è stato una figura chiave sia nel fornire aggiornamenti sulla sua situazione che nel gestire le relazioni con i media. La sua costante presenza in clinica ha aiutato a mantenere un flusso di informazioni affidabile e ha contribuito a garantire una comunicazione responsabile e accurata.
Non si è mai staccato dalla vita politica
Questa situazione critica è particolarmente significativa perché rappresenta un punto di svolta nella storia recente di Giorgio Napolitano che, pur invecchiando, non ha mai smesso di contribuire al lavoro di Palazzo Madama.
Dopo aver lasciato il Quirinale nel 2015, aveva già affrontato una complicata operazione all’aorta nel 2018, nove giorni dopo le elezioni, dimostrando la sua resilienza e la sua dedizione alla vita pubblica. Nonostante avesse ridotto la sua presenza fisica a Palazzo Madama, seguiva con attenzione la vita politica del Paese, rimanendo un testimone e un consulente importante anche “da lontano”.