Non si placa l’indignazione, e il rammarico, per la morte di Giulia Tramontano, la 29enne incinta al settimo mese uccisa a Senago, nel milanese. A toglierle la vita il fidanzato Alessandro Impagnatiello, che ha successivamente fatto ritrovare il corpo della donna. Come ha spiegato all’Ansa Giovanni Cacciapuoti, l’avvocato del Foro di Napoli Nord che è stato nominato dai genitori della vittima per alcuni accertamenti sull’omicidio, “la famiglia di Giulia fin da subito ha temuto questo tragico epilogo in quanto era difficile pensare che la loro figlia in attesa di un bimbo, nonostante il naufragio della relazione sentimentale, si fosse volontariamente allontanata da casa”. Lo stesso Cacciapuoti ha poi spiegato che i genitori di Giulia non hanno nominato nessun consulente di parte, poiché si affideranno “a quelli del pm”.
I nuovi dettagli
Nel frattempo, grazie al racconto dalla ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela, sono emersi alcuni nuovi dettagli. La giovane avrebbe dichiarato di aver avuto paura non solo per sé, ma anche per la vittima, poiché non sapeva “che fine avesse fatto” nonostante l’avesse vista poche ore prima, e perché non sapeva “di che cosa fosse capace” Impagnatiello. Inoltre, proprio per le pressioni che le erano state fatte dall’uomo per vederla in piena notte, la sera dell’omicidio la giovane era stata accompagnata a casa da una collega di lavoro, poiché anche i colleghi di lavoro “erano preoccupati”.
La giovane ha raccontato agli investigatori quanto accaduto la notte dell’omicidio, ripercorrendo la serata nei particolari: dall’incontro con Giulia, “veramente cordiale” e cominciato con un abbraccio, alle confidenze sul tradimento e le confessioni di Giulia. “Mi ha detto che Alessandro non avrebbe mai visto il figlio, e che a lei interessava solo il bimbo e la sua salute”. L’obiettivo era quello di lasciarlo. La 23enne ha raccontato che l’uomo avrebbe provato a convincere a incontrare anche lei, in una videochiamata durata 9 minuti. Non fidandosi ha rifiutato, registrando la conversazione e iniziando a temere seriamente per la vita della 29enne. Nonostante ciò, Impagnatiello si è comunque presentato alla porta della ragazza: “Ha iniziato a citofonare e alla fine è salito e gli ho parlato attraverso le sbarre della finestra del ballatoio. Lui insisteva perché io lo facessi entrare, ma io non ho voluto perché avevo paura”, ha dichiarato.
Nel frattempo, si attendono gli esiti delle analisi delle immagini delle telecamere installate tra Milano e Segano: il fine è capire i movimenti dell’assassino. Inoltre, gli inquirenti starebbero cercando di capire se l’omicida sia stato aiutato, o meno, a disfarsi del cadavere.
Una fiaccolata per Giulia
Per il prossimo 8 giugno, a Sant’Antimo, nel Napoletano, è stata organizzata una fiaccolata in memoria di Giulia: ‘Per Giulia e perché non succeda mai più’. A condividere l’iniziativa è stata la sorella della vittima, Chiara Tramontano, sul proprio canale Instagram. La partenza della fiaccolata è prevista per le ore 19 dalla villa comunale Del Rio, con arrivo in piazza della Repubblica.