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In attesa che si chiariscano in maniera definitiva le restrizioni per Natale e Capodanno, c’è già chi prova ad aggirare i sempre più probabili divieti pur di festeggiare in gruppo. A segnalare i ‘furbetti’ del Dpcm i rappresentanti di un settore in ginocchio come quello alberghiero. Sono proprio questi ultimi a lanciare l’allarme e invitare al comune senso di responsabilità. Per evitare di aggravare la crisi con comportamenti deprecabili.
“Richieste anche da gruppi di 10-12 persone”
“Purtroppo si sta sviluppando questo fenomeno. Ci arrivano richieste, soprattutto per la notte fra il 31 dicembre e il 1° gennaio, da parte di gruppi di ragazzi o, peggio ancora, da parte di persone che chiamano fingendo di prenotare per la famiglia e che in realtà prenotano per conto terzi – racconta Vincenzo Mazza, affittacamere napoletano -. Parliamo anche di gruppi di 10-12 persone. Tutto ciò non è consentito. È un gioco pericoloso, rischiano molto sia il proprietario della struttura sia l’eventuale gruppo di persone”.
“Tantissimi colleghi hanno ricevuto richieste simili a quelle che ho personalmente ricevuto – aggiunge Mazza -. Su gruppi Facebook e Whatsapp che riuniscono proprietari di strutture ricettive hanno segnalato numerose richieste di cittadini napoletani, e non solo, che volevano trascorrere in una struttura ricettiva la notte di Capodanno”.
Natale in albergo, le strutture che cedono alla tentazione “rischiano la chiusura”
Quello delle prenotazioni (di fatto illegali) per una stanza o un appartamento per Natale e Capodanno è di certo un fenomeno rischioso, che però si inserisce in una fase di crisi profonda per l’intero settore del turismo. Facendo leva su oggettive difficoltà economiche, quindi, rischia di diffondersi qualora dovessero mancare non solo efficaci controlli, ma anche il senso di responsabilità del singolo.
A confermarlo è proprio Vincenzo Mazza: “È chiaro che poi sta al senso di responsabilità individuale approfondire la natura di certe richieste e rifiutarle. Anche perché la sanzione non è prevista solo per le persone che occupano la stanza o l’appartamento ma anche per la stessa struttura ricettiva, che verrebbe chiusa“.