Morto Ben Ferencz: era l’ultimo pm vivente del processo di Norimberga

Il Mondo ha perso una delle personalità di spicco del Novecento: Benjamin Berell Ferencz.

Ultimo procuratore vivente tra quelli che presero parte al processo di Norimberga, al termine della Seconda Guerra Mondiale, si è spento venerdì sera in una casa di cura a Boynton Beach, in Florida.

Aveva 103 anni e con lui se ne va un pezzo di Storia del XX secolo.

L’esperienza della guerra

Nato in Transilvania, nell’attuale Romania, l’11 marzo del 1920, Benjamin Ferencz è stato un giurista ungherese, naturalizzato statunitense.

Quando aveva soltanto dieci mesi, migrò con la propria famiglia a New York, negli Stati Uniti d’America, per sfuggire dalla persecuzione degli ebrei ungheresi perpetrata dal regime rumeno.

Negli USA si laureò alla Harvard Law School, prima di arruolarsi nell’esercito americano e partecipare allo sbarco in Normandia nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

È qui che, in qualità di soldato, iniziò a scontrarsi in prima persona con le atrocità del conflitto e con i crimini di guerra compiuti dai nazisti nei confronti del popolo ebraico.

Visitò il campo di lavoro di Ohrdruf e quello di concentramento di Buchenwald (entrambi in Germania), dove i suoi occhi dovettero assistere all’inumana visione di corpi ammucchiati gli uni sopra gli altri. Indifesi esseri umani.

Macerie di una città lasciate dalla Seconda Guerra Mondiale
Foto | Unsplash @MuseumsVictoria

Processò molti nazisti

Una delle prime persone a documentare l’orrore dei campi di sterminio, Ferencz venne congedato con onore dall’esercito americano al termine della Seconda Guerra Mondiale e tornò a New York per praticare la professione di avvocato.

Vista la sua grande esperienza come investigatore di crimini di guerra, fu però chiamato subito a Norimberga, dove contribuì a condannare moltissimi nazisti nell’omonimo celebre processo.

Nel 1947, Ferencz venne nominato procuratore capo di un caso contro 22 ex comandanti nazisti, accusati di aver sterminato oltre un milione di ebrei, rom e altri nemici della Germania di Adolf Hitler.

Un processo che si chiuse con la condanna di tutti e 22 i gerarchi, dei quali oltre una dozzina fu condannata a morte per impiccagione, nonostante lo stesso Ferencz non avesse chiesto l’esecuzione della pena capitale.

Corridoio esterno nel campo di concentramento di Auschwitz
Foto | Unsplash @KarstenWinegeart

Sostegno a favore del popolo ebraico

Terminata la sua attività di procuratore durante il processo di Norimberga, Ferencz continuò a offrire il proprio sostegno al popolo ebraico anche nel corso dei decenni successivi, quando aiutò molti sopravvissuti alla Shoah a riappropriarsi delle proprie case, luoghi di lavoro, oggetti personali e religiosi. Della propria vita, o meglio quel che ne rimaneva. Tutto ciò che era stato confiscato loro durante la Seconda Guerra Mondiale.

Fu anche uno dei grandi sostenitori della creazione della Corte penale internazionale (nata nel 2002 all’Aia), ovvero un tribunale che potesse perseguire i protagonisti di crimini di guerra in tutto il Mondo.

Vissuto fino all’età di 103 anni, si è poi attestato come il procuratore più longevo del processo di Norimberga.

“Oggi il Mondo ha perso un leader nella ricerca della giustizia per le vittime del genocidio e dei crimini correlati”.

Ha espresso in una nota lo United States Holocaust Memorial Museum di Washington, sottolineando l’importantissimo ruolo che Benjamin Ferencz ha interpretato nel corso della propria vita.

Promotore del motto “legge non guerra”, Ferencz continuerà a vivere attraverso i nove libri e le decine di articoli che ha scritto dopo la Seconda Guerra Mondiale. Testimonianze che dovrebbero permettere di imparare dagli orrori del passato e spingere le nuove generazioni a non compierne di ulteriori in futuro.

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