Il monopattino elettrico è un mezzo pericoloso? È difficile dare una risposta precisa a questa domanda. Alcuni casi di cronaca dicono di sì, mentre le associazioni di categoria gettano acqua sul fuoco e invocano una più puntuale regolamentazione della giungla in cui questi mezzi circolano.
È notizia di oggi l’esplosione della batteria al litio di uno di questi mezzi che ha innescato un incendio distruggendo completamente un negozio di biciclette e due appartamenti a Bologna. Ci sono poi gli incidenti, in alcuni casi mortali, come quello che a Parigi è costato la vita alla 31enne Miriam Segato.
Due episodi che spingono a porsi un ulteriore interrogativo: il pericolo è dato dallo strumento in sé, da chi lo guida o dall’assenza di regole certe sulle strade? Secondo le statistiche dell’Onlit, l’Osservatorio nazionale su liberalizzazioni e trasporti, sarebbero proprio i monopattini i mezzi più pericolosi in circolazione.
I dati del 2019 (quelli del 2020 non hanno valore statistico causa pandemia) dicono infatti che circa 15mila monopattini elettrici presenti a Milano hanno provocato 273 incidenti, con un rischio pari al 2% e feriti nel 92% degli episodi.
Cifre importanti, se paragonate ad altri mezzi. Le 1,6 milioni di automobili milanesi ad esempio – rileva sempre l’Onlit – hanno causato 6.040 incidenti, con un rischio dello 0,4% e feriti nel 70% dei casi. I motocicli (250mila circa) 1.956 sinistri (0,8%) con l’87% dei feriti. Le 75mila (stimate) biciclette presenti in città, invece, hanno provocato 961 incidenti e feriti nel 92% dei casi. Per le bici il rischio d’incidenti è dell’1,2%.
Secondo Assosharing, l’associazione di categoria che rappresenta un settore da oltre cinque milioni di iscritti in Italia, l’allarme sarebbe invece infondato. Secondo uno studio promosso con l’Osservatorio dello sharing mobility, infatti, l’incidentalità reale sarebbe dello 0,004%, con 44 sinistri stradali ogni 10mila monopattini in sharing.
Piuttosto, ribatte Assosharing, sarebbero necessarie delle più precise regole per la circolazione di questi mezzi elettrici. L’organizzazione di categoria ha proposto ad esempio di ridurre la velocità massima dei monopattini da 25 a 20 chilometri orari. Ma anche l’utilizzo obbligatorio del casco per i minori di 18 anni e maggiori investimenti in infrastrutture locali come posteggi dedicati e piste ciclabili.
Proposte che l’associazione ha ribadito anche nel corso di un’audizione alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati lo scorso dicembre. E che sono ora alla base del tavolo di lavoro aperto al Ministero delle Infrastrutture a inizio luglio tra i tecnici del dicastero, l’Anci e i rappresentati delle aziende di settore.
Le ipotesi al centro della discussione riguardano appunto l’obbligatorietà del casco (come avviene già in alcune città italiane), con protezioni che potrebbero essere estese anche a gambe e braccia. Un’altra idea è quella di utilizzare controlli da remoto sui monopattini e su chi li guida, ma anche di punire i trasgressori con multe sia per gli utenti sia per le aziende.
Si studia poi un’età minima per guidare questi mezzi, oltre all’introduzione di una velocità massima. Che, fanno notare le aziende, non può però essere troppo bassa perché andrebbe a impattare sulla capacità di stare in equilibrio. Infine, le ipotesi sul tavolo riguardano il decoro urbano, con conseguente stop alla sosta selvaggia dei monopattini.
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