Si sono svolti ieri, 12 agosto 2023, i funerali della scrittrice Michela Murgia, scomparsa giovedì scorso a 51 anni a causa di un tumore. Sono stati in tanti che hanno deciso di sfidare il caldo torrido di Roma per darle un ultimo saluto tra amici, follower, turisti curiosi, ma anche molti che l’hanno amata – o odiata – per le sue posizioni spesso dure e nette sui temi sociali spesso delicati e divisivi.
Il funerale politico di Michela Murgia
Il suo è stato un funerale politico – come ha detto anche l’amico Roberto Saviano – dato che in prima fila, a darle l’estremo saluto, c’era la sua famiglia allargata eterodossa basata sui legami d’affetto e d’amore piuttosto che di sangue, uno dei temi più importanti della sua letteratura e del suo attivismo.
Da Lorenzo Terenzi – attore, regista, autore e musicista – sposato il 15 luglio in articulo mortis ai suoi 4 figli dell’anima, i ragazzi che ha adottato: Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei.
Dalle 15.30 nella Basilica di Santa Maria in Montesano – la chiesa degli Artisti – don Walter Insero ha celebrato la funzione che la scrittrice, credente anche se spesso considerata eretica, ha voluto che fosse cattolica.
Il sacerdote, professore associato alla Pontificia Università Gregoriana e Cappellano presso la Rai dal 2004, recentemente ha officiato i funerali di Andrea Purgatori e Gina Lollobrigida e, in passato, quelli di Gigi Proietti, Maurizio Costanzo e Fabrizio Frizzi.
Il feretro di Michela Murgia è uscito poi dalla Chiesa salutato da un lungo applauso e dalla canzone Bella Ciao da parte delle centinaia di persone assiepate fuori sulla scalinata e sulla strada, a Piazza del popolo, a via del Babuino e a via del Corso.
Famiglie arcobaleno, giornalisti rimasti fuori, rappresentanti del mondo della cultura e della società civile ma anche tanta gente comune che ha voluto bene alla scrittrice scomparsa.
Non è mancato qualche attimo di tensione fuori dalla chiesa, mentre si svolgevano i funerali qualcuno ha gridato “comunisti di m****” e la folla ha cominciato a rumoreggiare e si è diretta da dove arrivava la voce; poi la situazione è tornata tranquilla.
Oltre alle centinaia di persone fuori, è tanta anche la folla all’interno della Chiesa degli Artisti: presenti, tra gli altri, la segretaria del PD Elly Schlein, Francesca Pascale e la compagna Paola Turci. La scrittrice aveva chiesto che al suo funerale non ci fossero fiori e così, rispettando le sue volontà, non sono presenti fiori in chiesa tranne il copribara con peperoncini e fiori selvatici.
L’intervento di Roberto Saviano e l’applauso scrosciante
Roberto Saviano è stato il primo a prendere la parola durante le esequie di Michela Murgia: “Sono le parole più difficili della mia vita – ha detto lo scrittore – Michela voleva che questa giornata fosse per tutti, tutti coloro che avevano percorso la sua strada. Mettere il segno, sapere chi erano tutti coloro che hanno avuto il suo sentire”, ha aggiunto.
“Michela aveva talento che permetteva di ribaltare le cose, questo la rendeva pericolosa ai potenti – ha spiegato poi – la scrittura era una grande fatica anche se mangiava la tastiera, però odiava scrivere perché la lasciava troppo tempo da sola, forse è per questo che scriveva nei bar. Per Michela era la condivisione il tutto, ma spesso per ottenerla devi passare per la solitudine. La vita di Michela è la prova finale che si sceglie di essere differenti, e Michela per anni è stata bersaglio e ha nascosto questo dolore dentro di sé'”, ha detto ancora.
“Nei momenti difficili Michela c’era – ha sottolineato Saviano – e quando mi attaccavano diceva: “Non sei contento? Siamo in due, ci vengono dietr”. Diceva “Abbi fiducia in chi ci legge”. Chi ha fatto davvero del male a Michela sono i pavidi per interesse, quelli che spacciano opportunismo per moderazione con la loro mancanza di orizzonte, ad aver reso la vita di Michi difficilissima”, ha concluso.
Un applauso scrosciante è partito al termine dell’intervento di Roberto Saviano da parte della folla dentro e fuori la chiesa e ha preceduto l’uscita della bara.