Nella notte di oggi, lunedì 25 settembre, è morto il boss mafioso Matteo Messina Denaro, da alcuni giorni in coma irreversibile.
Il 62enne capomafia era ricoverato nella cella del reparto per detenuti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, assistito dagli specialisti della terapia del dolore che lo avevano avuto in carico per alcuni giorni dopo la sospensione di qualsiasi terapia oncologica. Dall’altro ieri al boss era stata sospesa l’alimentazione parenterale per endovena. Era stato lo stesso malavitoso a chiedere di evitare l’accanimento terapeutico.
Nella cella dell’ospedale abruzzese Messina Denaro era assistito da medici e paramedici ma anche carabinieri, poliziotti e Guardia di Finanza, sia in divisa sia in borghese, che sorvegliavano il reparto.
Il boss mafioso era stato arrestato lo scorso 16 gennaio dopo una latitanza lunga quasi trent’anni, nella clinica La Maddalena di Palermo dove si era recato per sottoporsi alla chemioterapia per curare il tumore al colon in stato avanzato. Messina Denaro ha passato gli ultimi giorni sedato e senza alcuna forma di alimentazione.
Si organizzano le fasi successive alla morte di Messina Denaro e l’uscita del testamento sul pizzino
In seguito al ricovero di Messina Denaro, sia la Direzione sanitaria della Asl dell’Aquila sia le istituzioni, all’erta dall’8 agosto scorso, hanno iniziato a organizzare le fasi successive alla morte del boss e quelle della riconsegna della salma alla famiglia.
Famiglia che è rappresentata dalla nipote e legale Lorenza Guttadauro e dalla giovane figlia Lorenza, riconosciuta recentemente e incontrata per la prima volta nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila nello scorso aprile. Al suo capezzale c’era anche la madre, arrivata da Castevetrano.
Negli ultimi giorni, inoltre, sono spuntate le ultime volontà dell’ex superlatitante, un testamento anonimo ma in linea con l’identità del super-boss, poiché sarebbe contenuto all’interno di un pizzino.
A rivelarne il contenuto, il 24 settembre 2023, è stato il giornale La Repubblica, che ha fatto sapere come dal biglietto più importante scritto a mano dal boss numero 1 di Cosa Nostra emerga sua volontà di non avere un funerale in chiesa.
Si legge: “Rifiuto ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato“. Il pizzino è stato ritrovato dai carabinieri del Ros nel covo del boss di Campobello di Mazara del Vallo dopo l’arresto del 16 gennaio scorso.
Prosegue nel biglietto: “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime, non saranno questi a rifiutare le mie esequie“.
Parole che Messina Denaro scrisse ben prima della cattura, e anche prima di scoprire di essere affetto da tumore: il pizzino risale, infatti, a maggio 2013, proprio il periodo in cui la Chiesa proclamò beato il prete anti-mafia Don Pino Puglisi ribadendo la lontananza con i mafiosi.
“Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno. Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono“, scriveva il boss.
Da qui la decisione: “Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità. Chi come oggi osa cacciare e ritenere indegna la mia persona non sa che non avrà mai la possibilità di farlo perché io non lo consento, non ne darò la possibilità“.
A Castelvetrano è già tutto pronto per i funerali di Messina Denaro: la tomba è stata sistemata accanto a quella di suo padre Francesco, detto Don Ciccio, ex latitante anche lui che si fece trovare dopo la sua morte già vestito per il funerale.