Nella rete di Matteo Messina Denaro c’era anche un’altra donna devota alla causa mafiosa: Laura Bonafede, 56 anni, maestra di scuola elementare, figlia del defunto capomafia di Campobello e moglie di un ergastolano, entrambi fedelissimi del superlatitante. La sua abitazione di Campobello di Mazara era stata perquisita nei giorni scorsi dai carabinieri del Ros. Questa mattina, l’arresto: Laura Bonafede è stata trasferita in carcere. È accusata di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra.
Ha protetto Denaro dalla metà degli anni ’90
Secondo le indagini, Bonafede sarebbe stata per anni vicina a Matteo Messina Denaro e farebbe parte della rete di complici che ha protetto il capomafia durante la latitanza.
L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. La maestra, immortalata dalle videocamere mentre parlava col boss al supermercato di Campobello due giorni prima del suo arresto, avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante, gli avrebbe fatto la spesa per fargli avere rifornimenti temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire e avrebbe condiviso con lui un linguaggio cifrato per tutelare l’identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss e curato con maniacale attenzione la sua sicurezza.
Bonafede sarebbe stata, dunque, uno dei perni intorno al quale ha ruotato la clandestinità di Messina Denaro già a partire dalla metà degli anni ’90. Cugina del geometra Andrea Bonafede che ha prestato l’identità al boss, cugina del dipendente comunale, anche lui di nome Andrea Bonafede, che ha provveduto a fargli avere le ricette mediche necessarie alle terapie da affrontare per le cure del cancro, e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino arrestato insieme alla moglie, Laura Bonafede è sposata con il mafioso ergastolano Salvatore Gentile, in carcere per aver commesso due efferati omicidi su ordine proprio di Messina Denaro.
Indagata per favoreggiamento anche la figlia
È indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena anche Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede. La Procura aveva chiesto per la ragazza gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l’istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza pur stigmatizzando i comportamenti della giovane, legata al capomafia da un forte rapporto di affetto. Il boss, Martina e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza di Messina Denaro. I carabinieri hanno trovato una lettera scritta da Martina al capomafia che svela, secondo il gip, “un affetto quasi filiale nei confronti di Messina Denaro, affetto, peraltro, intensamente contraccambiato da quest’ultimo, che apprezzava, soprattutto, l’adesione di Martina ai valori mafiosi del nonnoLeonardo Bonafede mettendola a confronto con i differenti comportamenti della propria figlia naturale“.