Massimo Carminati, l’ex terrorista nero al centro dell’inchiesta Mafia Capitale, torna in libertà dopo oltre cinque anni e sette mesi di carcere. Il Tribunale del Riesame ha accolto l’istanza di scarcerazione, presentata dalla difesa, per via della scadenza dei termini di custodia cautelare. Carminati lascerà dunque in giornata il carcere di Oristano. Intanto, però, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha delegato l’ispettorato generale a svolgere i necessari accertamenti preliminari in merito alla scarcerazione, come si apprende da fonti di via Arenula.
Cosa aveva detto la Cassazione su Carminati e Mafia Capitale
La Corte di Cassazione, nel verdetto che aveva promulgato nell’ottobre del 2019, aveva ridimensionato il ruolo di Carminati. “Appare evidente, dalla sentenza di secondo grado, che non risulta affatto il ruolo di Massimo Carminati quale terminale di relazioni criminali con altri gruppi mafiosi”, aveva rimarcato la Sesta sezione penale. “Nessun ruolo era gestito da Carminati con settori finanziari, servizi segreti o altro; la gestione delle relazioni con gli amministratori era compito quasi esclusivo di Salvatore Buzzi, avendo Carminati relazioni determinanti solo con alcuni ex commilitoni” di estrema destra approdati nell’organigramma del Campidoglio. Insomma l’ex neofascista, condannato in appello a 14 anni e sei mesi, ora uscito dal carcere duro e detenuto in regime ordinario, non avrebbe avuto “contatti significativi” con il clan Casamonica, con quello dei fratelli Senese, con l’ex della banda della Magliana Ernesto Diotallevi.
Si celebrerà un nuovo processo d’Appello, ma solo per la rideterminazione della pena in relazione all’associazione a delinquere semplice contestata ad alcuni dei 32 imputati coinvolti in Mafia Capitale. Tra questi ultimi anche Salvatore Buzzi e lo stesso Carminati. Inoltre, per quanto riguarda Buzzi, la Cassazione lo aveva assolto da due delle accuse contestategli, di turbativa d’asta e corruzione, mentre per Carminati era caduta un’accusa di intestazione fittizia di beni.
La reazione della difesa di Carminati
“Per vedere riconosciuti i diritti di Massimo Carminati abbiamo dovuto lottare fino allo stremo”, ha detto l’avvocato Francesco Tagliaferri, che guida il collegio difensivo dell’ex terrorista nero. “Abbiamo presentato tre diverse istanze alla corte d’appello. Dal 7 aprile doveva esser scarcerato Carminati, aggiungo. Perché così sta scritto nel provvedimento”. Il penalista ha poi spiegato: “La Cassazione, con le motivazioni della sentenza di annullamento per ‘Mafia Capitale’ ha dimostrato l’assoluta infondatezza delle contestazioni più gravi e fantasiose”.