Per anni ha coperto la latitanza del fratello, Matteo Messina Denaro, ha tenuto la cassa della “famiglia” e ha gestito la rete di trasmissione dei “pizzini”, così da permettere al superlatitante di mantenere i rapporti con i suoi uomini senza farsi scoprire. Rosalia Messina Denaro, sorella del boss di Cosa Nostra arrestato lo scorso 16 gennaio dopo trent’anni di latitanza, è stata arrestata dai carabinieri del Ros a Castelvetrano, nella casa di famiglia, con l’accusa di associazione mafiosa.
Chi è Rosalia Messina Denaro
Prima delle quattro sorelle del boss (le altre sono Patrizia, che sta scontando una condanna per mafia, Giovanna e Bice), Rosalia Messina Denaro, detta Rosetta, ha 68 anni ed è sposata con Filippo Guttadauro, boss di Brancaccio (Palermo) che dopo avere scontato 14 anni di carcere per associazione mafiosa resta al 41 bis, per la sua pericolosità. Stessa sorte ha avuto il figlio maschio della donna, Francesco, il nipote prediletto di Messina Denaro che sta espiando una condanna definitiva a 16 anni sempre per mafia. È, inoltre, la madre di Lorenza Guttadauro, avvocata e difensore scelto dallo zio Matteo Messina Denaro, sposata con Luca Bellomo, scarcerato pochi mesi fa.
Il “Pizzino” della sorella portò alla cattura di Messina Denaro
Secondo quanto emerso dall’inchiesta del procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido, è stato proprio un “pizzino” dettagliato, scritto da Rosalia Messina Denaro, sulle condizioni di salute del fratello e da lei nascosto nell’intercapedine di una sedia, a dare agli investigatori l’input che ha portato, il 16 gennaio scorso, all’arresto del capomafia. Gli appunti sono stati scoperti dai carabinieri del Ros, il 6 dicembre scorso, mentre stavano cercando il posto più idoneo per nascondere delle cimici nella sua abitazione. Li hanno fotografati e poi rimessi al loro posto, per non far insospettire la donna. Qualche ora dopo, le foto sono state analizzate dagli inquirenti. Si è così scoperto che si trattava di un vero e proprio diario clinico di un malato di cancro, mai citato per nome. È partito così un serrato lavoro di indagine in tempi rapidissimi.
Agli inquirenti non risultavano parenti di Rosalia Messina Denaro malati di cancro, quindi i sospetti si sono concentrati su Matteo Messina Denaro. Analizzando le indicazioni dettagliate sulla patologia e sulle date in cui il paziente è stato operato scritte tra gli appunti e incrociando gli accertamenti effettuati prima al Ministero della Salute e poi su banche dati sanitarie nazionali, gli inquirenti sono arrivati a identificare un maschio di età compatibile con quella del latitante che si era sottoposto agli stessi interventi chirurgici indicati nell’appunto: Andrea Bonafede, geometra di Campobello di Mazara e nipote del boss locale. I tabulati telefonici dimostravano, però, che il geometra non poteva essere il paziente oncologico di cui si parlava nel “pizzino”, perché nei giorni in cui il malato subiva le operazioni, una a Mazara del Vallo l’altra a Palermo, Bonafede si trovava a casa sua a Campobello. L‘analisi della cartella sanitaria digitale ha così portato gli inquirenti alla visita prenotata a nome Bonafede alla clinica “La Maddalena” il 16 gennaio 2023. E alle 9.15 è scattato il blitz che ha messo fine alla trentennale latitanza del padrino di Castelvetrano.