Lodi, autotrasportatori sfruttati: 5 arresti in operazione GdF

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La Guardia di Finanza di Lodi, in collaborazione con la Procura locale, ha diffuso i risultati delle indagini su un’azienda di autotrasporto della provincia lombarda dedita alla grande distribuzione. Diversi i reati contestati dalle forze dell’ordine e dall’autorità giudiziaria: si va dall’estorsione all’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento dei propri lavoratori (costretti a turni massacranti senza rispetto delle condizioni contrattuali) fino all’evasione fiscale e al riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività illegali. In tutto risultano diciassette le persone iscritte al registro degli indagati. Cinque le persone in arresto.

Autotrasportatori sottoposti a condizioni massacranti

Secondo quanto si legge nell’ordinanza pubblicata dal Gip della Procura di Lodi, i lavoratori dell’azienda lodigiana erano costretti a condizioni di lavoro massacranti. Sono terribili alcune delle loro testimonianze, che raccontano di turni di oltre diciotto ore al giorno, di decurtazione degli stipendi, di mancato rispetto delle condizioni, sia economiche sia relative alla protezione della salute del lavoratore, previste dai contratti nazionali. In alcuni casi gli autotrasportatori, secondo quanto riportato dall’ordinanza, erano addirittura costretti a pagare la stessa azienda per poter dormire, durante la notte, nei camion che utilizzavano. Oltre alle condizioni di lavoro insostenibili, i dipendenti subivano la costante minaccia di licenziamento da parte degli stessi titolari e per non perdere il lavoro erano costretti a stare sulla strada per giorni, senza mai poter riposare o tornare a casa, recando anche pericolo a se stessi e agli altri su strade e autostrade.

Fondi neri per 20 milioni di euro

Dalle indagini della GdF e dell Procura è inoltre emerso che che l’azienda, a conduzione familiare, aveva costituito una galassia di società satellite con l’unico scopo di evadere il fisco, arrivando ad evadere complessivamente 60 milioni di euro. I proventi dell’evasione erano stati utilizzati per creare fondi neri per un totale di 20 milioni di euro, riciclati successivamente nell’attività dell’azienda.

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