“Le manifestazioni no Green Pass sono al limite dell’ingiustificabile”. È il giudizio, durissimo, di Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) e coordinatore del Cts. Nel corso di un’intervista a “Mezz’ora in più”, su Rai 3, l’esperto ha condannato gli atti di violenza che spesso si sono verificati durante i cortei degli ultimi mesi. Ha poi sottolineato che nel corso dell’ultimo anno e mezzo la lotta alla pandemia si è basata su “tre pilastri fondamentali”: i vaccini, le mascherine e il Green Pass. È merito del rispetto di queste misure di sicurezza se ora l’Italia ha una situazione “più favorevole rispetto agli altri Paesi europei”.
Locatelli guarda con ottimismo al Natale
Locatelli ha dichiarato che non bisogna sottovalutare nessun segnale di allerta, ma nemmeno sfociare nell’allarmismo. Per il presidente del Css, il prossimo Natale sarà “certamente connotato da una maggior socialità rispetto a quella dello scorso anno”. Anche questo sarà merito dei numeri della pandemia in Italia, migliori rispetto a quelli del resto d’Europa. In termini di vaccinazioni, la Penisola si trova “cinque punti sopra la Germania e tre punti e mezzo sopra la Francia. È chiaro che la strada maestra è questa e dobbiamo continuare a cercare di convincere ancora chi è restio, riluttante o resistente”.
Per avere un quadro più chiaro della situazione basta confrontare i dati del 5 novembre 2020 con quelli registrati un anno dopo nella stessa data. Si è passati da 445 decessi a 51 e dal 15,7% di positività all’1,2%. Inoltre, i pazienti ospedalizzati sono passati da 25.647 a 3.519.
“Estensione dei vaccini alla fascia 5-11? Non vedo perché no”
Parlando dell’estensione dei vaccini alla fascia di età 5-11 anni, Locatelli si è detto favorevole. “Quando saranno approvati da Ema e Aifa, non vedo perché non offrire i vaccini anche a questa fascia”. Negli Stati Uniti la vaccinazione dei più giovani è già iniziata ed è raccomandata dalle società dei pediatri. Locatelli ha sottolineato che anche i bambini possono sviluppare forme gravi o persistenti di Covid, seppur con maggiore rarità. “Dobbiamo tutelare la loro socialità, i loro percorsi educativi-formativi. Inutile lamentarci dei risultati dei test Invalsi se non facciamo di tutto per mantenere le scuole aperte”, ha concluso.