Il generale Francesco Paolo Figliuolo è tornato al centro della scena, pronto ad affrontare un’altra emergenza. Dopo la pandemia di Covid-19, ora l’alpino deve confrontarsi con un’Emilia Romagna in gran parte devastata dalla tremenda alluvione di maggio. Per farlo dovrà collaborare con Stefano Bonaccini, il presidente della Regione, con il quale ha già lavorato bene in passato. L’ha definito, infatti, il “governatore” con il quale si è trovato meglio, assieme a Massimiliano Fedriga, che guida il Friuli-Venezia Giulia ormai dal 2018. Al momento è impossibile sapere come se la caverà Figliuolo nella delicata fase di ricostruzione dell’Emilia Romagna, che lo metterà di fronte a situazioni tutt’altro che idilliache e scelte difficili da prendere, ma per farsi un’idea del suo modus operandi è possibile guardare al recente passato, quando è stato chiamato a gestire un’emergenza sanitaria senza precedenti.
L’approccio pratico del generale Figliuolo
Nel bel mezzo dell’emergenza coronavirus, Figliuolo è stato scelto dal governo Draghi come Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 e ha preso il posto di Domenico Arcuri. Fin da subito il generale si è dimostrato più concreto del suo predecessore, i cui sforzi erano sempre sembrati mal indirizzati agli occhi di parte della popolazione italiana.
Tra i progetti più discutibili c’erano senz’altro le cosiddette primule, ossia dei padiglioni circolari da costruire nelle città italiane e all’interno dei quali portare avanti le vaccinazioni. Un progetto che era apparso fin da subito costoso e superfluo e che Figliuolo non ha esitato un attimo ad accantonare. Sotto la guida del generale, i vaccini sono stati eseguiti all’interno di strutture già presenti nei centri urbani, come palestre delle scuole, centri commerciali e palazzetti. Un approccio pratico a un problema che richiedeva una risoluzione immediata e non dei progetti fumosi e dalla dubbia utilità.
Obiettivi raggiunti e inciampi
Nel complesso, Figliuolo è riuscito a raggiungere l’obiettivo di vaccinare buona parte della popolazione italiana contro il Covid, inducendo anche alcuni indecisi a cambiare idea. Tuttavia lungo il suo percorso non sono mancati alcuni inciampi e degli sviluppi imprevedibili. L’arrivo della variante Omicron, per esempio, ha causato un’impennata dei contagi e le varie regole introdotte nel corso del tempo hanno costretto molte persone ad affrontare lunghe file fuori dalle farmacie. È in un simile contesto che Figliuolo ha fatto uno dei più grandi scivoloni della sua “carriera” da Commissario straordinario, arrivando a paragonare le code per il tampone con quelle tipiche del Black Friday.
Figliuolo: “Ai cittadini occorre fornire informazioni semplici e chiare”
Uscite infelici a parte, le strategie messe in atto da Figliuolo per gestire l’emergenza hanno superato la prova del tempo, dimostrando anche una certa lungimiranza da parte di Mario Draghi. “In occasioni come quella della pandemia, ai cittadini occorre fornire informazioni semplici e chiare”: questa frase del generale riassume bene il suo approccio al ruolo che ha dovuto ricoprire e permette di farsi un’idea abbastanza precisa di come affronterà la situazione in Emilia Romagna nelle prossime settimane.