La prima città italiana “sicura per le donne” è Ostuni, ecco perché

La consigliera Rosalinda Giannotti, entusiasta per l’approvazione unanime, ha dichiarato: “Ostuni è la prima città in Italia ad approvare un ordine del giorno legato a questa campagna, e il fatto che sia stato votato all’unanimità lo rende ancora più significativo

Ostuni, la celebre “città bianca” della Puglia, è entrata nella storia diventando la prima città italiana a essere proclamata ufficialmente “sicura per le donne“. Grazie all’approvazione unanime del Consiglio Comunale, su proposta della consigliera del Partito Democratico Rosalinda Giannotti, il comune ha aderito alla campagna europea “Safe Place for Women“, promossa dal Partito Socialista Europeo nel Comitato Europeo delle Regioni. Questa iniziativa si pone l’ambizioso obiettivo di prevenire e contrastare ogni forma di violenza di genere, promuovendo un cambiamento culturale profondo.

L’iniziativa

La campagna “Safe Place for Women” mira a creare una rete di città e regioni impegnate nella sicurezza e nel benessere delle donne, garantendo spazi liberi dalla paura e dalla violenza.

Ostuni
Ostuni | pixabay @marcofibula – Newsby.iy

La partecipazione richiede un impegno concreto nell’adozione di misure specifiche per garantire maggiore sicurezza e supporto alle donne.

Le dichiarazioni

La consigliera Rosalinda Giannotti, entusiasta per l’approvazione unanime dell’ordine del giorno, ha dichiarato: “Ostuni è la prima città in Italia ad approvare un ordine del giorno legato a questa campagna, e il fatto che sia stato votato all’unanimità lo rende ancora più significativo“. Nel presentare l’iniziativa sui social, Giannotti ha aggiunto: “Sono orgogliosa di annunciare che Ostuni è ufficialmente la prima città italiana alla mozione ‘Città Sicura per le Donne’. Questo progetto non è solo un impegno formale, ma un vero passo avanti verso un cambiamento culturale. Garantire maggiore sicurezza alle donne significa rendere le nostre città più vivibili per tutti”.

Sul sito ufficiale della campagna “Safe Place for Women” si legge: “Segui l’esempio di molte altre città e regioni progressiste e chiedi al tuo consiglio locale o regionale di adottare una risoluzione. Qui puoi trovare una bozza di testo da proporre al tuo consiglio comunale o regionale”.

Le misure previste

Le azioni che Ostuni si impegna a implementare comprendono una serie di interventi volti a garantire la sicurezza delle donne e a promuovere una cultura del rispetto. Tra queste:

  • illuminazione pubblica potenziata: saranno migliorate le condizioni di illuminazione nelle aree periferiche e meno frequentate, rendendo più sicuri spazi come strade e parchi.
  • Formazione per operatori specializzati: il personale delle forze dell’ordine, i servizi di emergenza e gli operatori dei centri antiviolenza riceveranno una formazione specifica sulla gestione dei casi di violenza di genere.
  • Rifugi sicuri e centri antiviolenza: verranno incrementati i rifugi protetti per le donne vittime di violenza e saranno potenziate le risorse per i centri già presenti sul territorio.
  • Divieto di pubblicità sessista, in città sarà introdotta una politica di tolleranza zero per manifesti e campagne pubblicitarie che veicolino messaggi sessisti o stereotipi di genere
  • Progetti educativi nelle scuole: sulla parità di genere, sul rispetto reciproco e sulla prevenzione della violenza, con particolare attenzione alle nuove generazioni.

La consigliera Giannotti ha sottolineato anche l’importanza della collaborazione con altre città: “Entrare in questa rete di città virtuose rappresenta un passo fondamentale per promuovere un cambiamento culturale e garantire maggiore sicurezza alle donne“.

Un modello da seguire

I dati dell’Unione Europea rivelano che oltre la metà delle donne ha subito molestie sessuali e una donna su tre è stata vittima di violenza fisica o sessuale e vi è la necessità di un’azione sistemica. L’iniziativa di Ostuni dimostra che il cambiamento è possibile  e rappresenta un esempio che potrebbe essere adottato da altre città. Giannotti ha affermato: “Da qui nasce il rumore. Il rumore di chi non accetta più di essere messa a tacere. Il rumore di chi alza la voce per chiedere diritti e giustizia. Il rumore di una generazione che non vuole più aspettare. Facciamo di questo rumore una forza travolgente, capace di cambiare il corso delle cose. Perché il silenzio uccide, ma il rumore può salvare”.

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