È la persona più conosciuta e soprattutto seguita del mondo intero su una piattaforma che fa impazzire giovani e giovanissimi: TikTok. Lo è ufficialmente da due giorni, dal 23 giugno, e nel corso della sua inarrestabile scalata verso la fama ha spesso e volentieri portato sugli schermi di telefoni e tablet di tutto il mondo la felpa dell’Italia. Stiamo parlando di Khaby Lame, l’italiano più famoso del mondo per la Generazione Z. Che però italiano, per la nostra legge, non è. E se ora la situazione sta cambiando, è importante capire perché il senegalese di Chivasso non sia ancora un nostro connazionale.
Khaby Lame ha raccontato a ‘Repubblica’ il giorno, per ora, più importante della sua carriera da content creator (produttore e realizzatore di immagini o video da diffondere su internet, per chi poco mastica il suo mondo). “È un bel traguardo, è un successo di squadra. Ieri notte siamo rimasti svegli con il team a seguire il conto alla rovescia su Tok count e abbiamo festeggiato tutti assieme“, ha affermato. Ma c’è quel nodo della cittadinanza italiana che ancora manca.
Khaby Lame e la cittadinanza italiana: che cosa serve per averla
Khaby Lame, il cui nome per esteso è Khabane, è infatti nato 22 anni fa a Dakar, in Senegal. È però arrivato in Italia, a Chivasso, a un anno di età. Ma italiano non lo è ancora mai diventato. “Non è giusto che una persona che vive e cresce con la cultura italiana per così tanti anni ed è pulito, non abbia ancora oggi il diritto di cittadinanza – ha osservato –. E non parlo solo per me, il visto e magari la cittadinanza mi renderebbero le cose più facili, ma non sarei contento pensando a tutte quelle altre persone che magari sono anche nate in Italia e non hanno lo stesso diritto“.
Bisogna infatti ricordare che la cittadinanza italiana si acquisisce automaticamente non per ius soli (ossia chi fisicamente nasce in Italia è sempre italiano), ma per ius sanguinis. Quindi è cittadino chi ha almeno un genitore italiano, ovunque sia nato. E questo esclude Khaby Lame, ma anche per esempio Mario Balotelli. Pur nato a Palermo, infatti, il calciatore dovette attendere i 18 anni. Questo è il caso di cittadinanza “per elezione”, che riguarda i nati in Italia da genitori stranieri se hanno vissuto legalmente e ininterrottamente nel nostro Paese fino alla maggiore età.
Esiste poi il caso di cittadinanza conferita per matrimonio (o unione civile) con un italiano o la naturalizzazione. Questa scatta dopo dieci anni di residenza legale in Italia, se in possesso di adeguate risorse economiche e in assenza di precedenti penali. La legge n. 91 del 1992, poi, conferisce la cittadinanza anche a chi è nato a tutti gli effetti in Italia, ma da genitori ignoti. Nessuna casistica, insomma, che includa Khaby Lame. Un ragazzo cresciuto in Italia sin da prima di imparare a parlare o camminare, e che italiano si sente a tutti gli effetti. Ma che per la legge, mancando il diritto di sangue o una storia “più drammatica” della sua, non lo è.
Intanto, però, almeno per lui la soluzione è vicina. “Caro Khaby Lame volevo tranquillizzarti sul fatto che il decreto di concessione della cittadinanza italiana è stato già emanato i primi di giugno dal Ministero dell’Interno. A breve sarai contattato dalle istituzioni locali per la notifica e il giuramento. In bocca al lupo“. Questa la comunicazione via Twitter del sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia. Ma resta il problema denunciato dall’italiano più famoso del mondo per giovani e giovanissimi. Su quel “non parlo solo per me“, con conseguente appello per “tutte quelle altre persone“, per ora non c’è una risposta.
Caro @KhabyLame volevo tranquillizzarti sul fatto che il decreto di concessione della #cittadinanzaitaliana é stato già emanato i primi di giugno dal Ministero dell’Interno. A breve sarai contattato dalle istituzioni locali per la notifica e il giuramento. In bocca al lupo 🇮🇹
— Carlo Sibilia (@carlosibilia) June 24, 2022