Ivan Luca Vavassori, l’ex calciatore in guerra in Ucraina, “è vivo”

Il 29enne Ivan Luca Vavassori, l’ex portiere di Legnano, Pro Patria e Bra che ha lasciato il calcio per unirsi alle brigate internazionali al fianco dell’Ucraina, “è vivo” ed “è in ospedale” ricoverato con la febbre alta. Lo ha affermato al Tg1 il padre, l’imprenditore Pietro Vavassori, confermando quanto anticipato nella serata del 25 aprile sul suo profilo Instagram. Come riportano le agenzie, nel frattempo la Procura di Milano ha aperto un’inchiesta conoscitiva, senza titolo di reato né indagati, sulla vicenda dell’ex calciatore. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, capo del pool antiterrorismo.

Per tutta la giornata di ieri si era temuto il peggio perché da oltre 24 ore non si avevano più notizie del giovane che racconta la guerra su TikTok. In mattinata, sul suo profilo Instagram era infatti apparsa una storia con un messaggio in inglese: “Ci dispiace informarvi che la scorsa notte, durante la ritirata di alcuni feriti in un attacco a Mariupol, due convogli sono stati distrutti dall’esercito russo. In uno di questi forse c’era anche Ivan con il 4° reggimento. Stiamo provando a capire se ci sono sopravvissuti e i loro nomi. Vi informeremo attraverso le pagine Instagram e Facebook, le due che ci ha lasciato da gestire”.

Ucraina, quando Ivan Luca Vavassori su TikTok diceva: “Pronti a una missione suicida”

“Questo sarà il mio ultimo video non so per quanto tempo. Se riuscirò, farò avere mie notizie, sperando che tutto vada bene”. Queste invece erano le parole di Ivan Luca Vavassori nel suo ultimo messaggio postato su TikTok poco più di un mese fa, il 23 marzo.

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“Il Sud è il 90% già conquistato, mentre il Nord è ancora sotto i bombardamenti – aveva raccontato – Siamo riusciti a rubare dei blindati russi, dei bazooka e altre armi. Dopo ci siamo fermati. Io e i miei uomini abbiamo detto che non vogliamo essere bombardati. Abbiamo deciso che attaccheremo in solitaria, senza che nessuno sappia niente. La nostra sarà una missione suicida, pochissime unità contro un intero esercito”.

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Ivan Luca Vavassori è originario di Elektrostal, in Russia, ma è cresciuto in Italia con il padre Pietro, titolare dell’Italsempione, importante azienda della logistica lombarda e la madre Alessandra Sgarella. L’imprenditrice è nota alle cronache perché fu rapita per quasi dieci mesi dalla ‘ndrangheta. Fu tenuta in ostaggio nella Locride dall’11 dicembre 1997 fino al rilascio, il 4 settembre 1998. Sgarella è morta nel 2011 a soli 52 anni al termine di una lunga malattia, il giorno dopo l’arresto dell’ultimo dei suoi carcerieri, Francesco Perre.

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