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Il ristorante “La Parrilla mexicana” di corso Sempione a Milano ha aderito alla protesta dei ristoratori “IoApro“. Circa un centinaio di clienti si sono trovati per cenare, nel locale anche spettacoli con ballerini. Dopo poche ore dall’apertura è intervenuta la polizia che ha registrato i dati di tutti i commensali presenti: “Ci hanno fatto una multa da quattrocento euro“, ha spiegato Mary titolare del locale, “ma noi continueremo a tenere il locale aperto“.
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Tra gli altri, alla protesta IoApro hanno aderito a Milano anche la Caffetteria Rocca e il ristorante Don Lisander. “La nostra categoria è penalizzata ideologicamente dal Governo, siamo fermi da troppo tempo e vogliamo solo lavorare – hanno spiegato Pier e Stefano, i titolari delle due attività commerciali -. Siamo i luoghi più puliti che ci siano perché siamo obbligati ad esserlo e la scelta di tenerci chiusi non ha ridotto i contagi. Se arriveranno multe le contesteremo perché non abbiamo più soldi. La gente ha voglia di uscire e ci ha colpito molto il supporto delle persone. Andremo avanti“.
Oltre al locale di Milano, anche altri ristoranti sparsi per l’Italia hanno aderito alla protesta IoApro, che però non ha raggiunto i numeri sperati dai suoi organizzatori. Il ristoratore di Firenze Momi El Hawi, uno dei leader dell’iniziativa, sperava in almeno 20-30mila aperture. Lui è il titolare di tre ristoranti e negli ultimi mesi ha accumulato nove multe per il mancato rispetto dei Dpcm. Il parziale flop della protesta va cercato nella decisione delle maggiori organizzazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, di prendere le distanze dall’iniziativa e di stigmatizzarla, mettendo in guardia dai rischi dell’illegalità (anche ai fini della licenza).
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A Roma ha aderito alla protesta IoApro la trattoria Da Marcello di via Salaria, in zona Settebagni. “Questa sera qui si mangia, si lavora. Questa trattoria è stata aperta durante la seconda guerra mondiale. Non ci ha chiuso la guerra ci chiude il Covid? Non ci chiuderà: l’idea è di aprire per non chiudere più”, ha spiegato Valentina, la titolare del locale, che gestisce assieme ai suoi fratelli e ai suoi cugini. “M’ero quasi dimenticato com’era lavorare la sera. È una bella sensazione ricominciare da capo“, ha spiegato Cristiano, uno dei fratelli, mentre preparava la carne alla brace. Nessun controllo delle forze dell’ordine e nessuna paura: “Se ci vorranno fare la multa pazienza, noi lavoriamo“. Sfida condivisa dai clienti, che hanno sempre rispettato le norme igieniche: “Siamo qui per solidarizzare con la categoria. Ai vigili direi la stessa cosa. Siamo consapevoli, ma è un giorno simbolico. Sarebbero i primi a capirlo”.
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“Non ho più nulla da perdere. La nostra attività non ce la fa più, ci hanno fatto aprire e chiudere e non ne possiamo più, per prendere la multa alla fine lavoriamo. Sappiamo a cosa andiamo incontro ma non ci fa perdere nulla, a dicembre abbiamo incassato 3000 euro”. Così Francesca Lazzarin, titolare della Trattoria Cerere di Torino, che ieri sera ha aderito a Io Apro e ha violato il Dpcm servendo ai tavoli la cena ai clienti. “Partecipiamo perché le casse integrazioni non sono arrivate, praticamente non abbiamo avuto aiuto, quindi chiediamo di lavorare. Attendiamo 40 clienti, tutti distanziati, abbiamo avuto tanta risposta, e non sono interessati alla multa. Sono agitata, mi sembra il primo giorno di lavoro“.
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La città di Firenze ha deciso di aderire a IoApro, ma con dei distinguo. I ristoratori di Tutela Nazionale Imprese con a capo Pasquale Naccari hanno scelto di seguire le norme e non ospitare clienti, lasciando accese le luci e la musica. Sull’altro fronte i ristoratori indipendenti hanno proseguito con la loro protesta lanciata ormai da mesi, contravvenendo la chiusura alle 18 e accogliendo i clienti fino al coprifuoco.
La voce di Pasquale Naccari del ristorante “Il vecchio e il mare”: “Io apro solo in sicurezza è un flashmob ideato all’interno dei nostri circa 300 locali in tutta la Toscana e diverse migliaia in tutta Italia come Tutela nazionale imprese. Noi abbiamo deciso di seguire il binario della legge. I nostri collaboratori ceneranno insieme a noi. Vogliamo dare un segnale perché vinceremo questa sfida tutti insieme, non muro contro muro“.
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Sul fronte opposto della protesta, insieme con i clienti, il titolare del ristorante ”Da Tito”, Momi El Hawi, che ha lasciato il suo locale aperto dopo le 18:00. I carabinieri hanno sanzionato il locale con una multa di 400 euro. È la nona sanzione che riceve il ristoratore, per un ammontare di circa 3600 euro.
“Siamo un centinaio solo a Firenze ad aver deciso di rimanere aperti. Ed è un io apro per non chiudere più, vogliamo rimanere aperti e continueremo nel weekend. Naturalmente decido per la mia attività, non posso istigare gli altri a farlo. Poi se uno è di ispirazione per altre persone, questa è un’altra storia. Le forze dell’ordine sono venute a fare il loro dovere, sono stati gentili. Le prime multe le abbiamo pagate, adesso ci rivolgeremo a uno studio legale che aiuterà tutti in maniera gratuita. Noi lo facciamo per tutelare soprattutto i clienti“, ha spiegato Momi.
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