Incendi, le cifre dell’emergenza: 110mila ettari distrutti in Italia

Sono cifre drammatiche quelle riferite agli ettari di terreno bruciati in Italia dall’inizio del 2021: circa 110mila. Un’area grande quanto 145mila campi da calcio. Una media che fa ancora più impressione se si pensa che la cifra si è quadruplicata rispetto alla media di 28.479 ettari arsi, ogni anno, dal 2008 al 2020. Secondo i dati forniti dal Effis, l’European forest fire information system, è raddoppiata anche la media degli incendi di grandi dimensioni: oltre 400. Tra l’anno passato e il 2008 la media è stata di 224. Inoltre, il bilancio degli animali selvatici deceduti a causa degli incendi ammonta a circa 2 milioni.

Colpite dalle fiamme anche la Grecia, la Turchia e la California

Gli incendi, inoltre, non stanno devastando solo l’Italia. Ad essere vittime delle fiamme sono diverse parti del mondo, dalla Grecia alla Turchia, fino alla California. In quest’ultima, secondo i dati riportati dai vigili del fuoco locali a Reuters, le fiamme in un mese hanno bruciato 550 case. Questa cifra segna così uno dei peggiori incendi nella storia dello stato orientale americano.

Il Dixie Fire, incendio che sta devastando la California da tre settimane, ha avuto origine nella zona boschiva del Feather River Canyon. Complici delle fiamme le temperature elevate e i venti forti. Il propagarsi di queste sta devastando l’intera Regione, distruggendo intere città. Al momento, solo il 35-40% dell’incendio è stato domato.

In Grecia, invece, in due settimane sono scomparsi oltre 100mila ettari di foreste e terreni agricoli. Un record rispetto agli incendi mortali che hanno devastato il Paese 13 anni fa, nel 2007. A subire i danni maggiori sono l’Evia, isola adiacente alla costa sud-orientale della penisola, e la regione montuosa della Gortynia del Peloponneso, caratterizzata da foreste fitte e profondi burroni.

La situazione incendi nel Sud Italia

Gli incendi sul territorio italiano stanno coinvolgendo principalmente le aree del Sud Italia, in particolare Calabria, Sicilia e Sardegna. Nella prima Regione al momento sono 59 i roghi attivi. “Un dato in dimunizione rispetto alla giornata di ieri, ma la situazione continua a essere grave“. A dirlo è Nino Spirlì, presidente della Giunta regionale.

Sempre in Calabria, secondo quanto riportato da Agi, si continua a lavorare per preservare, in Aspromonte, le “Faggete vetuste“, foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, di recente divenute Patrimonio dell’Unesco e circondate dalla fiamme. Al momento queste sarebbero in salvo dagli incendi, ma nella zona calabra sono stati distrutti alcuni alberi secolari e diverse biodiversità sono compromesse o andate perdute.

Inoltre, il bilancio devastante degli incendi non riguarda solo la flora e la fauna locale, ma anche i suoi abitanti. Da giugno ad oggi a perdere la vita a causa dei roghi sono state cinque persone, tutte nel Reggino.

In Sicilia, invece, ad essere maggiormente interessata dagli incendi è la provincia di Palermo. Tra i Comuni più colpiti dalle fiamme sono circa 400 le aziende zootecniche colpite, secondo le prime stime. I sindaci dei territori hanno così chiesto lo stanziamento urgente di somme di denaro per la ripartenza di un’economia agricola ormai distrutta. Nella zona di Polizzi Generosa, nelle Madonie, nella notte sono state evacuate 150 persone a causa dell’incendio, probabilmente appiccato da un piromane, quindi di origine dolosa, che circonda la zona abitata.

Anche la Sardegna continua a bruciare. Nella giornata di ieri, giovedì 12 agosto, sono stati registrati 44 focolai. Sui Monti Arci, nell’Oristanese, è stato domato l’incendio che ha distutto, secondo una prima stima, più di cento ettari di bosco. Al momento sull’isola non si registrano decessi o danni a persone.

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