‘Il Primato Nazionale’ sparisce da Facebook. Si tratta dell’account social della testata sovranista da sempre legata a CasaPound Italia, organizzazione di estrema destra che non ha mai nascosto la propria ispirazione fascista e la propria matrice neofascista. E i cui vertici hanno già vibratamente contestato la decisione di un social network che di fatto rappresenta forse la propria principale grancassa tra la cittadinanza italiana.
La pagina Facebook de ‘Il Primato Nazionale’ vantava infatti circa 90 mila “Mi piace”. Che, improvvisamente, mentre il giorno di Pasquetta volgeva al termine, si sono ritrovati questa scritta all’indirizzo in questione: “Questa Pagina non è disponibile. Il link potrebbe essere non funzionante o la Pagina potrebbe essere stata rimossa“.
A ricostruire le possibili spiegazioni di tale rimozione ci ha pensato l’AdnKronos. L’agenzia ha infatti notato che la censura ai danni de ‘Il Primato Nazionale’ potrebbe essere scattata in vista di un evento previsto per mercoledì 7 aprile. Quella sera, alle 21, era infatti prevista proprio su Facebook la trasmissione di una conferenza dai contenuti quantomeno controversi. Si trattava della presentazione del saggio ‘Stregoneria politica‘, di Guido Taietti (edito da Altaforte).
Al netto dei contenuti del volume (dai contenuti antiscientifici e complottisti), certamente aveva fatto discutere l’invito a Edoardo Gagliardi. Ossia un giornalista di Byoblu, a sua volta censurato (stavolta su YouTube) per pubblicazione di contenuti di cui era contestata l’attendibilità scientifica e giornalistica. Ma il vero problema era rappresentato proprio dall’ospite principale, ossia l’autore del libro. Guido Taietti, come ricostruisce Paolo Berizzi su ‘Repubblica’, è stato “condannato a 7 anni e due mesi per avere reso invalido permanente Emilio Visigalli, pestato in modo brutale a Cremona il 18 gennaio 2015 in un agguato balzato agli onori delle cronache nazionali. E non si tratta del primo picchiatore pregiudicato a cui il network editoriale Altaforte-Primato Nazionale dà spazio“.
Chi ovviamente la pensa in maniera opposta sono i vertici della testata, che in versione online è un quotidiano, in cartaceo è un mensile. Il direttore de ‘Il Primato Nazionale’, Adriano Scianca, si è infatti regalato in un’editoriale l’immancabile riferimento al ‘1984’ di orwelliana memoria (forse dimenticando chi, nel 1923, realmente attuò una serie di provvedimenti per limitare e poi sostanzialmente annullare la libertà di stampa). Quindi la testata sovranista ha annunciato la propria intenzione di adire le vie legali contro la decisione del social.
E da Scianca è arrivata anche la provocazione finale via Twitter: “Se, da direttore, mi dichiaro gay dite che me la becco una campagna di solidarietà da Fedez e Mahmood?“. Giusto per togliere (al netto dell’utilizzo fin troppo disinvolto delle virgole) ogni dubbio sulla sua posizione e quella de ‘Il Primato Nazionale’.
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