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Il mondo dello spettacolo scende in piazza per protestare contro le chiusure disposte dal Dpcm in vigore fino al prossimo 24 novembre. A Roma la manifestazione principale, con centinaia di lavoratori del settore che hanno protestato davanti a Palazzo Montecitorio. Cortei e iniziative anche nel resto del Paese, per lamentare non solo il peso delle chiusure ma anche, a detta dei manifestanti, la mancanza di aiuti economici concreti.
Durissimi i commenti dei lavoratori del mondo dello spettacolo in piazza a Roma, a quattro mesi di distanza da una simile manifestazione durante la cosiddetta Fase 2. Il regista e attore teatrale Ascanio Celestini ha commentato: “La situazione dei lavoratori dello spettacolo è critica. Il governo durante il lockdown ha dato 600 euro per tre mesi a chiunque, mettendo una pietra tombale sul lavoro nero. In estate si poteva studiare un progetto nazionale per mettere in rete il settore in tutta Italia: non è stato fatto”.
L’attrice Celeste Gugliandolo ha aggiunto: “Stavamo ripartendo. Non so come faremo. La gente si sente sola, l’arte è l’unica cosa che può lenire il dolore delle nostre anime. Rischiamo l’esplosione della rabbia sociale“. Il regista Aldo Lops si è vestito a lutto per l’occasione: “È indecente quello che stanno facendo, colpiscono un milione e 400mila famiglie che creano un indotto anche per altri settori”. Infine le parole di Riccardo Canestrelli del Circo Togni: “Siamo arrivati allo stremo. Non ci ha dato niente nessuno”.
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A Torino la manifestazione in Piazza Castello del settore dello spettacolo è stata preceduta dall’Inno di Mameli. Anche nel capoluogo piemontese si sono trovati insieme a protestare i tanti mondi che rendono vivo il settore: dalla danza ai teatri, dai Luna park al circo. “Reddito, diritti e tutele per tutti i lavoratori dello spettacolo – chiedono i manifestanti -. Ci si apre davanti un tempo di non lavoro che non sappiamo quanto durerà”.
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Il noto scrittore torinese Alessandro Baricco, presente alla manifestazione, ha detto: “I lavoratori vanno difesi, a tutti i livelli, dalla punta della piramide in giù. La decisione di chiudere è in parte sensata, ma si poteva fare meglio”.
Il settore della danza lamenta inoltre l’impossibilità di ricevere i cosiddetti ristori: “Chiediamo di essere ascoltati e aiutati. Le nostre attività sono chiuse, ma il nostro codice Ateco, quello del mondo della danza, non è compreso tra quelli che possono richiedere un contributo con il Decreto ristori: è inaccettabile e insostenibile”.
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Il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, è arrivato in piazza alla Scala per portare la sua solidarietà ai lavoratori dello spettacolo che stavano protestando contro il Dpcm del governo che ha imposto le chiusure ai luoghi della cultura e dello spettacolo. “È il momento del sacrificio collettivo, io mi sento responsabile per la vostra situazione e quindi chiederò al Governo un intervento più deciso per permettere a tutti di conservare il posto di lavoro quando la pandemia sarà finita.“
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