Nel pomeriggio di ieri, martedì 7 marzo, c’è stato uno scontro tra due aerei dell’aeronautica militare a Guidonia Montecelio. L’impatto è risultato fatale per i due piloti, ma la loro prontezza di riflessi ha evitato che ci fossero altre vittime.
“Due aerei che erano in volo per un addestramento, decollati dall’aeroporto militare di Guidonia, sono precipitati al suolo dopo una collisione“, ha spiegato Mauro Lombardo, il sindaco del comune della città metropolitana di Roma. “Il primo è precipitato in un prato vicino; il secondo nel centro abitato a Colle Fiorito. Miracolosamente, o per la maestria del pilota è stata evitata la collisione con le abitazioni. L’aereo, quindi, non ha coinvolto i civili“, ha aggiunto.
Guidonia, Comandante Frigerio: “Piloti tutti addestrati, volavano a 500 metri di altezza”
“Nella storia dell’aeronautica non ci sono mai stati altri incidenti simili, almeno che io ricordi. Gli altri due piloti sono atterrati e sono stati avvisati per radio dell’incidente. La missione era finalizzata per mantenere l’addestramento al volo ed erano a circa 500 metri da terra. Troppo bassi? No, non erano troppo vicini alle case perché erano in fase di atterraggio“. Così il Generale di squadra aerea e Comandante delle scuole dell’aeronautica militare di Guidonia, Silvano Frigerio, nel corso di un punto stampa tenutosi dentro la caserma. “Era la fase finale della missione, mancavano 4 minuti prima dell’atterraggio – ha continuato -. I velivoli utilizzati dai piloti non erano ultraleggeri ed avevano circa 40 o 50 anni, ma erano sottoposti sempre a controlli e manutenzione“. Sul ruolo dei due piloti deceduti ha detto: “Loro addestravano i giovani piloti. Erano pronti a volare su questi aerei“.
“Manovra eroica del pilota? L’indagine lo stabilirà”
Il comandante ha poi aggiunto che
“L’attività di volo era addestrativa e consueta che coinvolgeva 4 velivoli, di cui due hanno avuto una collisione. Manovra eroica del pilota ha evitato danni più gravi? Tutti i piloti volano sono addestrati a manovre che preservano l’incolumità di cose e persone a terra, ma sarà l’indagine a stabilirlo. La distanza a cui volavano era a due o tre metri di stanza uno dall’altro. I due piloti deceduti era esperti e da diversi anni assegnati al 60esimo stormo – ha continuato -. Non volavano sul centro urbano ma si stavano preparando ad atterrare”. Mentre sulla tipologia di esercitazione ha detto: “Era uno dei voli di routine, un’attività prevista”.
Guidonia, i racconti di alcuni residenti: “Il botto e poi il fumo. Addolorati per quanto accaduto”
Una comunità sconvolta, persone che non potevano immaginare che sarebbe potuto accadere, questo è quanto si può leggere dai volti dei residenti che si sono recati nei pressi degli aerei caduti a Prato Fiorito a pochi passi da Roma. “Io ho sentito il botto delle fiamme. I ragazzi del bar hanno provato con l’estintore del locale a spegnere le fiamme ma è stato impossibile“, ha raccontato una giovane. “Io ho visto l’aereo che cadeva. Ho sentito il botto e dopo ho visto il fumo“, dice una donna del posto. “Sono rimasta sbalordita. Credevo che avesse avuto un malore. Sono addolorata“, ha continuato.
La testimonianza di un giovane: “Il pilota gridava aiuto”
Un giovane residente di Prato Fiorito ha raccontato di aver assistito all’incidente. “Stavo andando al bar per bere un caffè, quando ho sentito il boato e sono corso fuori con un estintore spegnere il fuoco”, ha raccontato. “Ho sentito gridare aiuto ed era il pilota, purtroppo”.
Guidonia, la testimonianza di un sopravvissuto: “Sono un miracolato, mio figlio mi ha protetto”
Un residente nella via in cui è caduto uno degli aerei coinvolti nello schianto ha raccontato di aver assistito all’incidente. “Sono il proprietario della macchina andata a fuoco”, racconta. “Mi sento un miracolato perché se fossi uscito 10 secondi dopo, ora sarei morto – ha continuato commosso -. Mi ha salvato mio figlio che è scomparso di recente, mi ha messo la sua mano sulla testa e mi ha detto di andare via”.