Le prime avvisaglie sono arrivate nei giorni scorsi, ma la grande preoccupazione è in vista di domani. Venerdì 15 ottobre è il giorno in cui il Green pass diventerà obbligatorio per i lavoratori pubblici e privati. E proprio per questo il timore per importanti paralisi in tutto il Paese è alto. Con il Ministero dell’Interno già al lavoro per provare a ridurre al minimo i disagi.
Cosa si aspetta il Viminale
L’apprensione riguarda in modo particolare strade, autostrade, porti, ferrovie. Ma anche la logistica e il regolare reperimento delle merci. Senza dimenticare le tante manifestazioni già annunciate e che, dopo il caso di sabato scorso a Roma, si teme possano sfociare in nuovi atti violenti. Tra Palazzo Chigi e Viminale non si vogliono sottovalutare i No Green Pass, ma al contempo sembra trapelare una sostanziale tranquillità. Sebbene si vogliano evitare sorprese di qualsiasi tipo.
L’Ansa spiega infatti che il ministero dell’Interno ha già “dato indicazioni chiare agli apparati di sicurezza“. La presidenza del Consiglio ritiene però che non si andrà incontro a un caos generalizzato, con supermercati vuoti e porti bloccati. Questo perché oltre l’80% della popolazione è regolarmente vaccinato e quindi i lavoratori senza Green pass non dovrebbero essere numericamente tali da generare paralisi nazionali.
Controlli più serrati sui No Green Pass
In più il Governo ritiene di “aver messo in campo tutti gli strumenti per consentire alle aziende di gestire i controlli e ai lavoratori di essere preparati“. In più è aumentato in maniera capillare il controllo di chat e social, “con un attento monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio“. In tal senso resta e resterà sempre garantito il diritto dei No Green pass di esprimere le proprie opinioni, ma le conseguenze per chi approfittasse delle proteste per scatenare la violenza o bloccare il Paese saranno più severe che nel recente passato.
L’allarme è giustificato, dato che sui vari canali Telegram popolati dai No Green pass sono state annunciate centinaia di manifestazioni. Riguardo i porti, preoccupa la situazione di Trieste (dove il 40% dei lavoratori è senza certificato). A Genova, invece, si teme per l’annunciata protesta dei tir. Infine Roma, al centro dell’attenzione per potenziali disordini. Qui “si è disposto un innalzamento delle misure di vigilanza agli obiettivi sensibili“. I controlli sul territorio sono rafforzati in maniera importante, discorso analogo per il web. Il tutto anche in vista del vertice del G20 che si terrà il 30 e 31 ottobre. Quando nella Capitale ci sarà un ampio dispiegamento di forze dell’ordine, 500 militari e uno speciale sistema antidroni.