Gkn, il giudice dà ragione ai lavoratori: “Merito degli scioperi”

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Il Tribunale del lavoro di Firenze ha accolto il ricorso del sindacato sulla chiusura della Gkn di Campi Bisenzio. È stato giudicato un comportamento antisindacale ed è stata revocata la procedura aziendale che ha portato al licenziamento di 422 lavoratori.

Gkn, la battaglia non è finita

Gli operai hanno accolto la notizia con una mezza festa. Un passo avanti, ma il presidio continua. Lo spiega Dario Salvetti, operaio e delegato Fiom della Gkn: “Questa sentenza non cade dal cielo. È il risultato dell’accordistica interna che avevamo, del Contratto Nazionale. Cioè di accordi che ci siamo conquistati con le nostre battaglie, con gli scioperi“.

Sul piano legale, la rivincita è soprattutto nei confronti dei vertici di Gkn. “Il giudice ha riconosciuto che l’azienda aveva dissimulato completamente i propri propositi – sottolinea Salvetti –. E questo ci fornisce tempo prezioso. Ora l’azienda deve revocare la procedura di licenziamento, ma la può riaprire. Ma tocca anche al Governo, che ha tempo per fare una legge contro le delocalizzazioni“.

Le proteste verso il Governo e Draghi

I lavoratori della Gkn, in effetti, ce l’hanno anche con l’esecutivo Draghi. “Se fosse stato solo per il Governo, noi avremmo perso cinquecento posti di lavoro – attacca Salvetti –. Appena abbiamo saputo della sentenza, il nostro primo pensiero è stato per tutti gli altri lavoratori in crisi. La manifestazione di sabato ha visto coinvolto tutto il mondo del lavoro. Noi non siamo salvi e la mobilitazione continua“.

E se da un lato il loro caso specifico ha vissuto la vittoria di un’importante battaglia, il pensiero dei lavoratori Gkn va ad altri colleghi di altre realtà. “Chiediamo delle misure universali e urgenti per tutti gli altri lavoratori. Non ci aspettiamo nulla dal Governo. Mario Draghi ce lo ricordiamo quando mandava letterine dalla Bce, dicendo che aveva liberalizzato il mondo del lavoro. E questo lo vediamo oggi. Noi rivendichiamo semplicemente i nostri diritti“, conclude Salvetti.

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