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Lunedì 19 luglio è il giorno dello sciopero generale territoriale a sostegno dei lavoratori della Gkn, indetto dalle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil a seguito della chiusura dell’azienda di Campi Bisenzio, in provincia di Firenze. Dopo il licenziamento di 600 persone fra operai e indotto, lavoratori e istituzioni hanno provato invano a interloquire con i vertici della multinazionale. Senza però risultati concreti.
Gkn, i sindacati: “Dignità lavoratori doppiamente calpestata”
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Da piazza Santa Croce a Firenze, dunque, è iniziata questa mattina la manifestazione dei sindacati: il corteo è poi proseguito nel cuore del capoluogo toscano. “Le multinazionali se ne approfittano, hanno doppiamente calpestato la nostra dignità“ sostengono i sindacalisti.
La segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, promette ancora battaglia: “Vedremo tutto quello che è possibile fare per la Gkn, ma tutte le prime aziende che hanno approfittato di questo sblocco dei licenziamenti riguardano l’indotto auto. Lasciare questo settore andare via dall’Italia, apre le porte alla deindustrializzazione. C’è bisogno di specifiche politiche industriali. In Italia non si fa abbastanza. Rischiamo di lasciare queste aziende ai fondi economici e alle multinazionali. L’unica politica fatta in questi ultimi anni è stato abbassare il costo del lavoro e renderlo più precario”.
“Fondamentale intervenire sulle leggi”
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Alle parole di Re David fanno eco quelle di Leonardo Mugnaini del coordinamento Uil di Firenze. “È fondamentale ora fare leggi per impedire a investitori che vengono in Italia di andarsene dalla sera alla mattina – dice -. È sempre lo stesso gioco, vengono presi contributi, formazione pagata dalla regione, sgravi di tutti i tipi e quando finisce tutto questo le aziende delocalizzano e vanno dove la manodopera costa meno. Non è più accettabile”.
Il segretario Fiom Cgil Firenze, Daniele Calosi, aggiunge: “Il caso della Gkn è un fatto gravissimo, va trovata una soluzione, ma ci sono anche tante altre vertenze aperte. Bisogna fare una vera discussione sul settore auto, sul suo futuro, sull’indotto. Siamo di fronte a una transizione, si spinge verso l’elettrico. Ci sono molte industrie interessate. Bisogna andare in questa prospettiva”.
Fratoianni: “Governo doveva pensarci prima”
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Tra i manifestanti vicini alla Gkn, in piazza Santa Croce si avvicendano anche politici, senza risparmiare stoccate al Governo, come quelle che arrivano dal segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: “Bisogna stare in piazza a fianco dei lavoratori. Qui deve esserci la politica e deve metterci la faccia. Ora si arrabbiamo coloro che hanno voluto lo sblocco dei licenziamenti. Dovevano pensarci prima. Ora bisogna riparare a questo errore clamoroso, si corregga quella norma. Si protegga il lavoro, la produzione in questo Paese dalla speculazione dei grandi fondi“.
L’incontro di giovedì scorso con la viceministra Todde
E’ dello scorso 15 luglio l’ultimo contatto fra i rappresentanti dei lavoratori della Gkn e le istituzioni. La viceministra dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, aveva incontrato in Prefettura a Firenze sindacati, operai e famiglie.
“Non si tratta di un’azienda in crisi, non hanno neanche richiesto ammortizzatori sociali – aveva detto Todde dopo il colloquio -. È stato un licenziamento di 422 persone più l’indotto piovuto dall’alto . Il tavolo istituzionale serviva per discutere di un percorso e di possibili soluzioni. L’azienda ha scelto totale chiusura, di non confrontarsi, e ha dato quasi l’idea che le istituzioni di questo Paese non contassero nulla”.
La soluzione sembra ancora lontana
I sindacati, comunque, non intendono abbassare la guardia, tanto che fino allo sciopero di oggi i lavoratori di turno si sono presentati regolarmente in azienda. Diversi i colloqui informali con rappresentanti delle istituzioni, sindaci e politici. Anche se fra gli operai c’è molta diffidenza: sono loro stessi ad accusare le istituzioni di non fornire soluzioni concrete.
La politica locale, in ogni caso, sta provando a fare il suo: la scorsa settimana il sindaco di Campi Bisenzio, Emanuele Fossi, ha deciso di firmare un’ordinanza che vieta ai mezzi pesanti di transitare nei pressi dell’azienda. L’obiettivo, come affermato dallo stesso primo cittadino, è quello di “evitare lo smantellamento del sito”.