Giorno del ricordo, l’Italia rende onore ai martiri delle foibe

“Le sofferenze, i lutti, lo sradicamento, l’esodo a cui furono costrette decine di migliaia di famiglie nelle aree del confine orientale, dell’Istria, di Fiume, delle coste dalmate sono iscritti con segno indelebile nella storia della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e delle sue conseguenze”. Inizia così il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella celebrazione del Giorno del Ricordo. La ricorrenza annuale onora il 10 febbraio le vittime del massacro delle foibe e le persone costrette all’emigrazione forzata, a partire proprio dal 1945, in quello che è ricordato storicamente come esodo giuliano-dalmata.

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Giorno del ricordo, le parole del Presidente Mattarella

“Nel Giorno del Ricordo, che la Repubblica ha voluto istituire, desidero anzitutto rinnovare ai familiari delle vittime, ai sopravvissuti, agli esuli e ai loro discendenti il senso forte della solidarietà e della fraternità di tutti gli italiani – ha dichiarato Mattarella nella nota ufficiale diffusa dal Quirinale -. I crimini contro l’umanità scatenati in quel conflitto non si esaurirono con la liberazione dal nazifascismo. Proseguirono nella persecuzione e nelle violenze, perpetrate da un altro regime autoritario, quello comunista“.

Il Presidente Mattarella già nei messaggi degli anni precedenti aveva espresso sdegno contro i negazionisti e i riduzionisti delle foibe. Anche quest’anno ha voluto ribadire che non c’è spazio per chi sminuisce la tragedia. “Le sofferenze patite non possono essere negate – ha dichiarato -. Il futuro è affidato alla capacità di evitare che il dolore si trasformi in risentimento e questo in odio, tale da impedire alle nuove generazioni di ricostruire una convivenza fatta di rispetto reciproco e di collaborazione. Ogni comunità custodisce la memoria delle proprie esperienze più strazianti e le proprie ragioni storiche. È dal riconoscimento reciproco che riparte il dialogo e l’amicizia. Tra le persone e le culture”.

La Presidente del Senato Casellati: “Opportunità per riflettere”

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Intervenuta nel corso di una delle cerimonie dedicate alla Giornata del Ricordo a Montecitorio, la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha affermato: “Quella di oggi è un’opportunità per riflettere insieme su alcune delle pagine più dolorose della nostra storia. Pagine che ci raccontano una verità terribile. Eppure, troppo tempo nascosta e taciuta, colpevolmente ignorata“.

“Una verità – ha aggiunto la seconda carica dello Stato – che un inaccettabile negazionismo, figlio del pregiudizio, aveva relegato all’oblio”.

Il ricordo dei martiri delle foibe nelle principali città d’Italia

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La solennità civile del Giorno del ricordo, istituita ufficialmente (dopo vari tentativi infruttuosi) con la legge numero 92 del 30 marzo 2004, prevede celebrazioni istituzionali in numerose città d’Italia. Quest’anno, nonostante le restrizioni imposte dalle norme anti-Covid, non fa eccezione. Milano ha ricordato con una cerimonia i martiri delle foibe davanti al monumento a loro dedicato in Piazza della Repubblica. Presenti, tra gli altri, il sindaco Giuseppe Sala e i rappresentanti delle associazioni degli esuli.

A Roma, invece, prevista un’iniziativa nella Protomoteca in Campidoglio, con interventi della sindaca Virginia Raggi, della vice presidente nazionale di ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) Donatella Schürzel e del vicepresidente della Società di Studi Fiumani, Roberto Serdoz.

Numerose anche le iniziative nel Friuli Venezia Giulia, terra di confine che ha patito per prima la grande sofferenza commemorata oggi. “Per decenni i morti delle foibe sono stati derubricati, costretti quasi alla clandestinità mediatica. Negati dalla nebbia storica. Questo non accade più ha dichiarato Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

La Toscana ricorda le vittime delle foibe con una seduta solenne del consiglio

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La Toscana ricorda le vittime delle foibe, il massacro e l’esodo degli italiani dall’Istra, dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia. La commemorazione, come di consueto, è stata celebrata da una seduta solenne del Consiglio regionale. “La memoria è un dovere delle istituzioni”, ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo. Ricordare vuol dire avere la capacità di saper leggere. C’è una differenza tra conoscere e capire, noi abbiamo la necessità di formare, insegnare, far capire cosa è stato perché non accada mai più. Quell’odio che ha pervaso l’Europa e che ha fatto ritornare i nazionalismi all’interno della nostra Europa. È un tempo per costruire ponti e non di alzre muri”.

Lo storico Franco Cardini ha ricordato che “l’unico modo di onorare adeguatamente i caduti dell’una e dell’altra parte, sta nell’impedire che questi orrori continuino ad accadere. Nonostante abbia vissuto in democrazia, io ho visto per tutta la mia vita passare davanti ai miei occhi le più oscure infamie, di cui non poteva essere chiamato solo Hitler o Stalin responsabile, ma il nostro è un dovere civico a tenere accesa la memoria e l’attenzione su quanto ci accade attorno“.

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