Cecchettin: “Se avessi saputo prima della situazione tra Giulia e Filippo avrei fatto il papà protettivo e sarei andato a parlare con lui”
Gino Cecchettin è intervenuto durante l’evento “Obiettivo 5”, organizzato dal Corriere della Sera e svolto presso l’Aula Magna del rettorato della Sapienza Università di Roma, e ha parlato del suo nuovo libro sulla vicenda del femminicidio della figlia Giulia. Il suo arrivo è stato accolto da un forte applauso. “L’applauso di voi studenti mi commuove: Giulia è morta da studentessa. Cosa consiglierei ai genitori? Di comunicare coi propri figli”.
Gino Cecchettin alla Sapienza: “Ho imparato cos’è il patriarcato grazie al post di Elena”
“Se avessi saputo prima della situazione tra Giulia e Filippo avrei fatto il papà protettivo e sarei andato a parlare con lui”, ha spiegato Cecchettin. “Dopo la prima ondata di critiche ricevute nelle settimane successive mi ero dimenticato di Giulia per tre giorni e ho pensato che non era giusto. Io dovevo soffrire per Giulia non per le critiche. Da mio padre ho imparato delle idee di maschio e famiglia da cui poi deriva la famosa parola: patriarcato. Quando c’è stato il post di mia figlia Elena su Instagram da ignorante ho studiato e ho imparato cosa vuol dire patriarcato e che l’omicidio di Giulia è figlio del patriarcato. Se una ragazza ti dice: “Non ti amo più” significa “non ti amo più”, ha aggiunto.
“Penso spesso ai genitori di Filippo, hanno la mia comprensione”
Cecchettin ha poi parlato dei genitori di Filippo Turetta, dichiarando di pensare spesso a loro e di aver provato a mettersi nei loro panni. “Hanno tutta la mia comprensione, quando li penso darei loro un abbraccio. A me mancherà mia figlia ma tornerò a sorridere, loro rimarranno sempre i figli di un omicida. Ogni tanto sogno di essere nella zona industriale e che carico Giulia in macchina per tornare a casa: mi godo quei momenti di dolore perché la vedo, ma è un momento difficile”.