La situazione dell’aeroporto di Francoforte dopo il blocco
Essendo il principale hub di Lufthansa e il quarto aeroporto europeo per traffico, l’aeroporto di Francoforte ha gestito 1.327 voli il 24 luglio, secondo i dati di Eurocontrol. In risposta alla situazione, la società di gestione ha consigliato ai passeggeri di non recarsi in aeroporto senza prima verificare lo stato del loro volo e di considerare un margine di tempo maggiore per il viaggio.
Per affrontare l’emergenza, è stato emesso un “Notam” (un bollettino informativo per compagnie aeree, controllori di volo e aeroporti), che ha confermato la chiusura e le limitazioni operative. Inizialmente, gli arrivi erano permessi solo sulla pista 7 sinistra/25 destra, mentre i decolli erano limitati alla pista 18, distante dalla pista principale.
Questa è stata la seconda protesta in poche ore: il giorno precedente, gli attivisti avevano bloccato l’aeroporto di Colonia-Bonn, penetrando sulla pista e causando la cancellazione di circa trenta voli. Gli attivisti chiedono al governo tedesco di siglare un accordo globale per eliminare petrolio, gas e carbone entro il 2030. L’episodio ha sollevato dubbi sull’efficacia delle misure anti-terrorismo negli aeroporti.
Già mercoledì, gli attivisti di Ultima Generazione avevano brevemente interrotto il traffico all’aeroporto di Colonia-Bonn, mentre altri militanti ambientalisti sono stati arrestati ieri all’aeroporto londinese di Heathrow.
Gli organizzatori della clamorosa azione fanno parte della rete A22 con sede a Londra, che raggruppa i movimenti impegnati nelle proteste non violente per il clima, che ha dichiarato di voler attaccare gli aeroporti in diversi Paesi nei prossimi mesi. All’inizio di luglio i militanti avevano preannunciato azioni in Gran Bretagna, Austria, Paesi Bassi, Svizzera, Canada, Stati Uniti e Norvegia.
L’aviazione è responsabile di circa il 2,5% delle emissioni globali di carbonio, più di quello prodotto da Paesi come Brasile e Francia insieme.