Figli che uccidono la famiglia: i casi avvenuti prima di quello di Paderno Dugnano

La tragedia di Paderno Dugnano, dove un 17enne ha sterminato la propria famiglia, ha riportato alla mente i casi di cronaca più efferati in cui un figlio ha ucciso i propri famigliari. Da Doretta Graneris passando per Erika e Omar, le vicende rimaste nella memoria collettiva

Il recente delitto di Paderno Dugnano, in cui un ragazzo di soli 17 anni ha confessato di aver ucciso i suoi genitori e il fratellino di 12 anni, ha sconvolto l’opinione pubblica e riportato alla mente altri simili efferati stragi del passato. Secondo i dati del Viminale, dall’inizio del 2024 fino al 25 agosto, in Italia sono stati registrati 186 omicidi, di cui ben 88 avvenuti in ambito familiare, rappresentando quasi il 50% del totale. Questi numeri sono il riflesso di una realtà nascosta, dove la violenza si annida proprio all’interno delle mura domestiche, spesso in modo silenzioso e invisibile fino a quando non esplode in modo fragoroso,

Doretta Graneris

Partiamo addirittura dal 1975, per uno dei crimini più efferati e disturbanti che la storia recente d’Italia ricordi. Siamo a Vercelli, dove Doretta Graneris e il suo fidanzato uccidono a colpi di pistola cinque persone: Italia Zambon (41 anni), Sergio Graneris (45 anni), Romolo Zambon (79 anni), Margherita Baucero (76 anni) e Paolo Graneris (13 anni), rispettivamente madre, padre, nonni materni e fratello.

Ferdinando Carretta

Un tragico precedente risale al 4 agosto 1989, quando Ferdinando Carretta, in preda a una spirale di tensioni familiari e problemi di tossicodipendenza, uccise entrambi i genitori e il fratello Nicola nella loro casa di Parma. La violenza del gesto fu solo l’inizio di una vicenda inquietante: Ferdinando, dopo aver commesso il triplice omicidio, nascose i cadaveri e fuggì a Londra, dove riuscì a vivere indisturbato per nove anni prima di essere finalmente identificato da un agente del Metropolitan Police Service. La sua cattura avvenne quasi per caso, ma fu solo durante un’intervista televisiva al programma Chi l’ha visto? che Ferdinando confessò pubblicamente il crimine, rivelando dettagli scioccanti sulla sua fuga e sulla sua vita da latitante.

Pietro Maso

Il caso di Pietro Maso è forse uno dei più tristemente noti nella cronaca nera italiana. Il 17 aprile 1991, Maso, spinto dal desiderio di ottenere immediatamente l’eredità dei genitori, organizzò un piano per ucciderli con l’aiuto di tre amici. Il delitto si consumò nella villetta di famiglia a Montecchia di Crosara, un piccolo centro in provincia di Verona. La brutalità dell’omicidio, compiuto con un bloccasterzo e una mazza di ferro, sconvolse l’intero paese e fece emergere una serie di inquietanti interrogativi sui motivi che possono spingere un figlio a trasformarsi in carnefice. Il caso di Maso divenne un simbolo del degrado morale e del vuoto affettivo che possono caratterizzare alcune famiglie, e la sua vicenda è ancora oggi ricordata come uno degli episodi più tragici della cronaca nera italiana.

Carlo Nicolini

Pochi anni dopo, il 20 luglio 1995, a Sestri Levante, un altro episodio di feroce violenza domestica scosse l’opinione pubblica. Carlo Nicolini, un giovane apparentemente tranquillo, in preda a un impeto di rabbia uccise i suoi genitori durante una lite familiare. L’omicidio fu caratterizzato da una crudeltà sconvolgente: dopo aver sparato, Nicolini infierì sui corpi dei genitori con una mannaia, lasciando i loro corpi dilaniati a terra. Quella che sembrava una normale famiglia borghese si rivelò essere il teatro di un dramma interiore che culminò in un gesto di inaudita violenza. Il comportamento di Nicolini dopo l’omicidio, con il giovane che si sedette tranquillamente a guardare la televisione come se nulla fosse accaduto, aggiunse un ulteriore elemento di angoscia a un crimine già di per sé terribile.

Erika e Omar

Il 21 febbraio 2001, Novi Ligure divenne il palcoscenico di uno dei delitti più discussi degli ultimi decenni. Erika De Nardo, una sedicenne, insieme al fidanzato Mauro “Omar” Favaro, decise di porre fine alla vita della madre e del fratellino Gianluca. Il crimine fu caratterizzato da una ferocia inaudita: i due adolescenti inflissero 97 coltellate alle vittime, un numero che parla di una violenza cieca e incontrollata. Il delitto sconvolse l’intera nazione, non solo per la giovane età dei colpevoli, ma anche per la freddezza e la premeditazione con cui fu compiuto. Erika e Omar divennero immediatamente il simbolo di un malessere giovanile che sfociava in atti di estrema crudeltà, e il loro processo fu seguito con morbosità dai media, che tentarono di comprendere cosa potesse aver portato due ragazzi apparentemente normali a commettere un crimine così efferato.

Erika De Nardo
Erika De Nardo | Ansa – newsby.it

Riccardo Vincelli

Il 10 gennaio 2017, un altro duplice omicidio sconvolse l’Italia: a Pontelangorino, frazione di Codigoro nel Ferrarese, Riccardo Vincelli, appena 16enne, uccise i suoi genitori con l’aiuto di un amico. I coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni furono ritrovati morti nella loro casa, con il cranio fracassato e sacchetti di nylon sulle teste. L’efferatezza del delitto e la giovane età del colpevole lasciarono la comunità locale e l’intera nazione sgomente, evidenziando ancora una volta come la violenza possa annidarsi anche nelle famiglie apparentemente più tranquille.

Benno Neuimair

Il 4 gennaio 2021, a Bolzano, Benno Neumair (31 anni) strangolò i genitori con un cordino da arrampicata e gettò i loro corpi nel fiume Adige. Il caso, che culminò con la condanna all’ergastolo per Neumair.

Riccardo C.

Non sono ancora note le generalità del 17enne residente a Paderno Dugnano, provincia di Milano, l’omicidio dei genitori e del fratello di 12 anni. Nella notte tra sabato e domenica, Riccardo,ha ucciso a coltellate il padre, la madre e il fratellino di 12 anni all’interno della loro abitazione. Trovato dai carabinieri seduto su un muretto all’esterno della casa, coperto solo dai boxer e dal sangue dei suoi familiari, Riccardo ha inizialmente cercato di incolpare il padre per gli omicidi, sostenendo di aver ucciso solo lui. Tuttavia, dopo poche ore di interrogatorio, Riccardo ha confessato l’intera sequenza dei crimini. La premeditazione e la spietatezza degli omicidi emergono con chiarezza dal racconto degli investigatori. Riccardo ha preso un coltello dalla cucina e ha iniziato la sua folle azione, colpendo per primo il fratellino Lorenzo, che dormiva accanto a lui. Il ragazzo si è svegliato urlando, attirando l’attenzione della madre, Daniela, che è accorsa per soccorrerlo, solo per essere uccisa a sua volta. Infine, il padre Fabio, richiamato dalle grida, è stato l’ultimo a cadere sotto i colpi mortali del figlio.

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