È morto Fausto Gresini: da dicembre
l’ex motociclista aveva il Covid

Fausto Gresini è morto per Covid. L’ex pilota del motomondiale aveva 60 anni. Gresini, due volte iridato e manager dell’omonimo team è deceduto all’ospedale Maggiore di Bologna per le complicazioni legate all’infezione da Covid-19. La conferma è arrivata dallo stesso team Gresini Racing con un comunicato, concluso con un messaggio di cordoglio alla famiglia. La notizia che non avremmo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere. Dopo praticamente due mesi di lotta al Covid, Fausto Gresini ci lascia con 60 anni appena compiuti”, si legge in una nota del team Gresini Racing. “Tutta la Gresini Racing si stringe intorno alla famiglia, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese… e alle innumerevoli persone che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo”. Ieri sera si era diffusa la notizia della sua morte, risultata falsa. Ma questa volta purtroppo c’è la conferma ufficiale.

La carriera sulle due ruote di Fausto Gresini

Nato a Imola il 23 gennaio 1961, Fausto Gresini aveva esordito da pilota nel motomondiale partecipando al GP delle Nazioni del 1982. Nel 1983 corse l’intero campionato con la MBA nella classe 125 accumulando 37 punti. L’anno successivo la prima vittoria in sella a una Garelli, in Svezia. Alla fine fu terzo nella classifica generale dietro all’invincibile Ángel Nieto ed Eugenio Lazzarini.

Tutta la sua carriera continuò a svolgersi nella classe 125, di cui fu campione mondiale nel 1985: tre vittorie (in Austria, Belgio e San Marino), cinque pole position e 109 punti conquistati. L’anno seguente si aggiudicò quattro GP (in Spagna, Europa, Svezia e Germania), ma fu superato di sole 12 lunghezze da Luca Cadalora, che si laureò campione del mondo. Nel 1987 Gresini si prese la rivincita: vinse 10 delle 11 gare in calendario (tutte tranne quella in Portogallo, in cui ebbe una foratura mentre era largamente in testa) e ridivenne campione della 125 dopo aver collezionato 150 punti. Nel 1988 un infortunio lo tenne lontano dalle piste, causandogli la perdita della competitività in gara.

Il ritiro dalle piste e la fondazione del team Gresini

Nel 1989 si trasferì all’Aprilia, nel 1990 alla Honda, con cui ebbe un altro brutto infortunio a seguito di una caduta. Si limitò quindi a fare il secondo di Loris Capirossi e gli fece praticamente vincere il suo primo mondiale a 17 anni. Nel 1991 fu secondo ancora dietro Capirossi nel 1992, dietro Gramigni. Dopo altre due stagioni con la Honda, nel 1995 annunciò il suo ritiro.

Così nel 1997 fondò il team Gresini Racing con sede a Faenza, autentica fucina di campioni. Fra i tantissimi, corsero e vinsero per lui il compianto Daijirō Katō, Sete Gibernau, Colin Edwards, Marco Melandri, Toni Elías, Michel Fabrizio, Miguel Duhamel, Shin’ya Nakano, Alex De Angelis, e Marco Simoncelli. E ancora, Michele Pirro, Álvaro Bautista, Scott Redding, Stefan Bradl, Aleix Espargaró, Andrea Iannone, Fabio Di Giannantonio, Matteo Ferrari, Nicolò Bulega.

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