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Dopo oltre sessanta giorni di chiusura forzata, i servizi di ristorazione in tutta Italia stanno riprendendo, regione per regione, il servizio ai tavoli. Si tratta di un lento ritorno alla normalità, seppur contraddistinto da diverse limitazioni. Da Nord a Sud, però, permane la preoccupazione per il futuro: per gli esercenti, infatti, la riapertura durante la Fase 2 è importante dal punto di vista professionale, ma non cancella i rischi a livello economico.
In Campania i ristoratori riprendono il servizio al tavolo
Dopo l’ordinanza del presidente della Regione Vincenzo De Luca, anche in Campania nella giornata di giovedì è potuto ripartire il servizio di ristorazione ai tavoli. “Ripartiamo rispettando tutte le norme e siamo elettrizzati, è un po’ come se fosse il primo giorno di scuola – racconta Massimiliano Rosati, uno dei tre titolari del Grambrinus a Napoli – speriamo di poter contare anche sui turisti a breve. Per il momento c’è curiosità ma non abbiamo ancora servito nessun caffè al tavolo”.
“Stamattina abbiamo ripreso con i tavolini ed abbiamo il primo tavolino occupato – spiega Angelo Signoriello del Vero Caffè del Professore -. Non sarà come prima ma ci rimbocchiamo le maniche e andiamo avanti. Ovviamente i tavolini sono dimezzati, ma che possiamo farci?”.
In Piemonte si riparte il 23 maggio
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In Piemonte, invece, la riapertura è fissata per sabato 23 maggio. “È come se riaprissimo da capo, in maniera diversa – spiega Sergio Lauria, tra i titolari de Lo Sbarco, a Torino –. Riapriremo soprattutto dal punto di vista della ristorazione, speriamo di mantenere l’ordine. Dovremo sostituirci alle forze dell’ordine per controllare gli assembramenti“.
Lauria non nasconde la preoccupazione per quello che riserverà il futuro: “Avevo 65 posti a sedere ma lavoreremo solo all’esterno, perché è meno pericoloso. Il dehor prima poteva ospitare 30 persone, oggi 12. A livello economico non conviene, ma dal punto di vista professionale è importante ricominciare. Siamo chiusi da due mesi e mezzo, ci sembrava corretto riaprire il primo giorno possibile”.
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A spiegare le nuove modalità di ristorazione è Marco Peroglio del ristorante Baleno: “La prima cosa che il cliente deve fare è prenotare e il tavolo sarà assegnato. Abbiamo messo a disposizione un totem per l’igienizzazione delle mani, ci sono anche delle mascherine per chi è sprovvisto. Una volta dentro, ci sono delle misure per mantenere il distanziamento sociale: abbiamo deciso di tenere un metro e mezzo fra i tavoli per rendere i clienti più tranquilli, la normativa prevede almeno un metro. Le carte saranno monouso, il pane in bustine”.