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Codogno ha voglia di ripartire. La città del lodigiano, che per prima ha dovuto affrontare il dramma del coronavirus, è pronta a “ricominciare a vivere”, come sottolineato dal sindaco Francesco Passerini. “Abbiamo vissuto un periodo che definire drammatico è poco – conferma il primo cittadino –: vogliamo affermare con forza che Codogno e il lodigiano non sono sinonimi di Covid-19 ma semplicemente la prima zona che ha fronteggiato il virus”. La città era infatti stata la primissima zona rossa in Italia, dopo la scoperta del cosiddetto ‘paziente uno’ dello scorso 20 febbraio.
Codogno affronta ora la Fase 2
L’emergenza ha lasciato una profonda cicatrice nella comunità cittadina: “Siamo pieni di ferite perché molti concittadini ci hanno lasciato però adesso, dopo 88 giorni, c’è voglia di tornare a vivere – dice il sindaco all’indomani dell’allentamento delle misure nella Fase 2 -. Abbiamo messo in stand-by le nostre vite il 20 febbraio, vogliamo ricominciare”.
“Rivedere la città viva fa bene – raccontano gli esercenti codognesi -. Abbiamo vissuto un momento bruttissimo, ora vogliamo ricominciare, c’è grande entusiasmo. Se la gente avrà criterio riusciremo ad andare avanti bene. La paura, se non succede niente, va scemando un po’ alla volta. Bisogna vedere ora il fattore economico perché quello potrebbe rappresentare un danno anche peggiore rispetto al virus stesso”.
Le parole del parroco
“C’è molta voglia di ripartire – ha confermato monsignor Iginio Passerini, parroco della chiesa di San Biagio, a Codogno -. Si sentiva la fatica di non potersi muovere, di non poter recuperare le attività. Oltre a ciò si è aggiunto il rischio di pedere il lavoro, adesso si sta muovendo qualcosa e penso si possa mantenere quel senso di responsabilità che ci ha accompagnato precedentemente”.
“La fede è stato un elemento di sostegno determinante proprio per i drammi che abbiamo vissuto – aggiunge il parroco -. Le famiglie hanno fronteggiato lutti gravissimi, hanno fatto tanta fatica. La fede è stata importante anche se c’è stata tanta sofferenza. Adesso dobbiamo continuare, non so se la fede crescerà nelle persone, ma dopo una prova del genere la coscienza si irrobustisce: sono fiducioso da questo punto di vista”.