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Individuati sette cadaveri, ossia quelli di tutte le persone che erano a bordo dell’elicottero scomparso giovedì mattina sull’Appennino tosco-emiliano. I resti del velivolo sono stati avvistati sul monte Cusna, cima reggiana. È quanto si apprende dai primi soccorritori sul posto. L’elicottero si sarebbe schiantato sul greto di un torrente, il Lama, al passo degli Scaloni, 1.922 metri d’altitudine, a due chilometri dal rifugio Segheria. La zona è particolarmente impervia. Sul luogo dell’impatto Aeronautica militare, Soccorso alpino, Guardia di finanza, Carabinieri di Castelnuovo Monti. L’area è sotto sequestro.
La scomparsa dell’elicottero
Tutto è iniziato giovedì 9 giugno, quando l’elicottero, un Agusta Koala con sette persone a bordo, è sparito mentre sorvolava gli Appennini tra Modena e Lucca. Il velivolo, decollato alle 9:30 dall’aeroporto di Tassignano, avrebbe dovuto raggiungere la provincia di Treviso, ma non è mai arrivato a destinazione. Era stato affittato dall’azienda Elettric80 di Viano per portare i propri clienti dalla fiera It’s Tissue di Lucca alla Roto Cart di Castelminio di Resana, nel Trevigiano.
Sull’elicottero, oltre al pilota Corrado Levorin, c’erano quattro passeggeri turchi. Si tratta di Kenar Serhat, Cez Arif, Ilker Ucak, Erbilaltug Bulent. Gli altri due passeggeri erano invece libanesi, Chadi Kreidy e Tarek El Tayak. Avio Helicopters Srl, la società che ha affittato il velivolo, ha dichiarato di essere in contatto in tempo reale con le forze dell’ordine e con uno dei suoi dipendenti sul posto. L’azienda, inoltre, ha sottolineato l’esperienza del pilota, che nei giorni precedenti alla scomparsa dell’elicottero aveva percorso altre volte il tragitto tra la Toscana e il Veneto.
Come riportato dal Corriere della Sera, prima di sparire dai radar l’elicottero non ha lanciato alcun segnale di emergenza automatico. Le autorità hanno basato la ricerca sul segnale trasmesso dallo smartphone del pilota, che indica come il velivolo stesse sorvolando Col d’Arciana prima della scomparsa. Uno dei soccorritori ha spiegato che si tratta di una zona in cui la vegetazione è fittissima e rende difficili le ricerche.