Il mondo del design italiano e internazionale perde una delle sue colonne: Enzo Mari, considerato uno dei più grandi maestri del settore nonché pioniere del Made in Italy, è morto questa notte all’ospedale San Raffaele di Milano. Aveva 88 anni. A dare pubblicamente la notizia della scomparsa è stato l’architetto Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano, con un messaggio su Facebook: “Ciao Enzo. Te ne vai da gigante” le sue parole.
Ciao Enzo. Te ne vai da Gigante.
Pubblicato da Stefano Boeri su Lunedì 19 ottobre 2020
Oltre 1.500 gli oggetti pensati e creati da Enzo Mari
Enzo Mari è riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori come uno dei più grandi designer della storia. Nato a Cerano, nel Novarese, nel 1932, si formò all’Accademia di Brera, a Milano, città in cui ha vissuto sin dall’età scolare. Pur con una formazione legata alla letteratura e all’arte, intraprese la strada del design industriale per passione e vocazione, e nel 1957 presentò il suo primo progetto all’azienda di arredi Danese.
Da allora sono circa 1.500 gli oggetti da lui creati, frutto di collaborazioni con realtà del calibro di Alessi, Artemide, Flou, Ideal Standard, Olivetti e Rexite. Le sue opere sono esposte in numerosi musei di arte e design del mondo, tra i quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Triennale Design Museum di Milano e il Museum of Modern Art (MoMA) di New York.
Un’eredità che va al di là del design
Capace di legare nel suo lavoro bellezza e funzionalità, Mari è stato sempre considerato uno dei più innovativi disegnatori della seconda metà del Novecento. La sua attività ha influenzato tanto i designer a lui contemporanei quanto le generazioni successive, anche per la capacità di arricchirla con un preciso lavoro di ricerca filosofica.
Il grande designer era sposato con Iela Mari (pseudonimo di Gabriela Ferrario, anch’ella designer), scomparsa nel 2014. Con lei ha avuto due figli, Michele (professore di Letteratura Italiana all’Università Statale di Milano fino al 2020, nonché scrittore, poeta e traduttore) e Agostina.