Dopo le polemiche la serie su Avetrana cambia nome: “Qui non è Hollywood”

La serie Qui non è Hollywood, inizialmente intitolata Avetrana, arriva su Disney+. Un cambio di titolo preserva l’immagine della comunità, riflettendo un caso unico in Italia

In conformità con la decisione del tribunale di Taranto e in attesa dell’udienza prevista per il 5 novembre, Groenlandia e Disney comunicano che la serie precedentemente nota come Avetrana – Qui non è Hollywood ha subito un cambio di titolo e sarà presentata come Qui non è Hollywood.

La serie, disponibile in Italia su Disney+ dal 30 ottobre, è stata realizzata con la regia di Pippo Mezzapesa, che ha curato anche la sceneggiatura in collaborazione con Antonella W. Gaeta, Davide Serino, Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni. La produzione è firmata Groenlandia, con Matteo Rovere alla guida del progetto.

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Qui non è Hollywood presenta un cast di primo livello: Vanessa Scalera interpreta Cosima Misseri, Paolo De Vita è Michele Misseri, Giulia Perulli recita nei panni di Sabrina Misseri, e Imma Villa veste il ruolo di Concetta Serrano. Federica Pala è Sarah Scazzi, mentre Anna Ferzetti interpreta la giornalista Daniela.

Completano il cast Giancarlo Commare nel ruolo di Ivano e Antonio Gerardi in quello del Maresciallo Persichella. La serie è ispirata al libro Sarah. La ragazza di Avetrana, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni e pubblicato da Fandango Libri. Marracash, in collaborazione con il produttore Marz, ha creato La Banalità del Male, canzone dei titoli di coda della serie.

Dopo le polemiche la serie su Avetrana cambia nome: "Qui non è Hollywood"
Dopo le polemiche la serie su Avetrana cambia nome: “Qui non è Hollywood” – ANSA – Newsby.it

 

Il cambio di titolo è avvenuto in seguito a un intervento legale del Comune di Avetrana. Il sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, ha promosso un ricorso al tribunale, sostenendo che associare il nome del paese alla serie potesse danneggiare l’immagine della comunità, riducendola a un tragico episodio di cronaca. Il sindaco Iazzi, dopo aver appreso del cambio di titolo, ha espresso soddisfazione, vedendo nella decisione un passo importante per la tutela dell’immagine pubblica di Avetrana. “Riteniamo di aver difeso la dignità della nostra comunità,” ha dichiarato, aggiungendo che il Comune continuerà a intraprendere azioni in ogni sede opportuna per salvaguardare i diritti dei cittadini.

Assieme al team legale composto dagli avvocati Fabio Saponaro, Stefano Bardaro e Luca Bardaro, Iazzi ha intrapreso una battaglia per proteggere il nome di Avetrana. Ha sottolineato che il titolo della serie, così come le sue campagne pubblicitarie, non dovrebbero identificare Avetrana unicamente attraverso eventi drammatici. “Ci impegneremo affinché il nome ‘Avetrana‘ sia eliminato da qualsiasi materiale promozionale legato alla serie,” ha affermato il sindaco.

Parallelamente, sul web è emersa una campagna social con l’hashtag #IoSonoAvetrana, un’iniziativa che ha trovato grande consenso e che il sindaco ha descritto come un simbolo del forte senso di appartenenza dei cittadini di Avetrana. Secondo Iazzi, questo movimento esprime l’orgoglio della comunità e la volontà di difendere l’identità del territorio, che va oltre un singolo episodio di cronaca.

Per Iazzi, Groenlandia e Disney Plus hanno riconosciuto l’importanza della richiesta cautelare avanzata dal Comune, rispondendo con il cambio di titolo della serie. La produzione ha inizialmente sospeso la distribuzione del contenuto per poi riprogrammarlo con il nuovo titolo, senza riferimenti ad Avetrana. Il sindaco ha dichiarato che questo caso rappresenta un evento raro nel panorama italiano, per l’attenzione che ha suscitato e le sue caratteristiche distintive. “Si tratta di un caso unico nel suo genere in Italia,” ha concluso Iazzi, sottolineando come situazioni simili non abbiano la stessa portata del contenzioso attuale.

Il cambiamento di titolo e l’approccio della produzione riflettono una decisione rispettosa delle sensibilità locali, dimostrando attenzione alle questioni di rappresentazione e tutela dell’immagine pubblica della cittadina.

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