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Un pilastro della Moiazza, imponente monte delle Dolomiti agordine, si è staccato precipitando a valle nella zona Forcella del Camp. Nessuno è rimasto ferito. A dare l’allarme un escursionista tedesco, di passaggio sull’Alta via numero 1. Qui ha sentito un boato e visto una grande nuvola scendere nel canale dei Cantoi de Framont. L’uomo è quindi corso al Rifugio Bruto Carestiato e il gestore, componente del Soccorso alpino di Agordo, ha allertato i sanitari del Suem 118 dotati di elicotteri.
Dolomiti: che cosa è successo sulla Moiazza
Il punto del distacco coincide con il rientro della Ferrata Costantini, una delle più ardite delle Dolomiti. A intervenire, in accordo con la Centrale operativa, è stato un elicottero dell’Air Service Center, convenzionato con il Soccorso alpino Dolomiti Bellunesi. Il velivolo ha imbarcato il soccorritore e quindi ha effettuato una lunga ricognizione, per escludere l’eventuale coinvolgimento di persone.
Ciò che si è staccato sul costone delle Dolomiti venete è stato un pilastro della parete della Moiazza sud, a circa 2.400 metri di quota, vicino alla Via alpinistica Spigolo di destra. Verificata tutta la parte di costone vicino alla ferrata, compresa la parte alta come ulteriore assicurazione, e il canale. Si escludono coinvolti.
Un crollo che deve spaventare? Che cosa c’è dietro
L’apprensione è comunque tanta, soprattutto per il fatto che il punto in cui è avvenuto il crollo coincide con la via di rientro della lunga e difficile ferrata Costantini. Quest’ultima è un tratto delle Dolomiti che presenta passaggi in cresta e in cengia esposti e non protetti. In più lo stesso tragitto è percorso anche in senso opposto da chi sale da malga Fremont per arrivare al bivacco Ghedini e poi in cima alla Moiazza.
Come già avvenuto per l’incidente della Marmolada, dalle conseguenze ben più gravi, anche in questo caso gli esperti avevano sconsigliato di avventurarsi sulle cime delle Dolomiti in questi giorni. In un’estate dal clima così anomalo, avevano osservato, non sono infatti da escludere eventuali distacchi solo dai ghiacciai. Anche le rocce dolomitiche, infatti, per loro natura sono spesso soggette a crolli. E i fatti della Moiazza lo hanno già dimostrato.