Davide Lacerenza è attualmente agli arresti domiciliari poiché indagato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e per sfruttamento della prostituzione

Il questore di Milano, Bruno Megale, ha preso una decisione drastica revocando la licenza del locale “La Gintoneria di Davide”, di proprietà di Davide Lacerenza, attualmente agli arresti domiciliari poiché indagato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e per sfruttamento della prostituzione. Questa operazione ha scoperto un presunto giro di droga e prostituzione all’interno del bar situato in via Napo Torriani, evidenziando un problema di sicurezza pubblica che ha richiesto un intervento immediato.
La decisione del questore
Il provvedimento del questore Megale, avvenuto oggi, venerdì 21 marzo 2025, si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso le attività commerciali che minacciano l’ordine pubblico. I poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura hanno notificato il provvedimento a Lacerenza, attualmente agli arresti domiciliari dopo un’inchiesta che ha rivelato un sistema illecito con modalità sofisticate.
Le indagini hanno mostrato che Lacerenza, insieme alla socia Stefania Nobile e al collaboratore Davide Ariganello, gestiva un’attività che andava oltre la semplice somministrazione di bevande. I clienti avrebbero potuto richiedere servizi esclusivi, come la consegna a domicilio di champagne ed escort, con prezzi che raggiungevano fino a 70 mila euro a serata. Questo ha creato un mercato parallelo di sfruttamento e illegalità.
Motivi della revoca della licenza di Davide Lacerenza
La revoca della licenza è stata ulteriormente motivata dal fatto che Lacerenza aveva già ricevuto due provvedimenti di sospensione della licenza ai sensi dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Questa norma è progettata per prevenire situazioni pericolose, garantendo una risposta adeguata alle preoccupazioni della comunità. La situazione è stata considerata “obiettivamente pericolosa e intollerabile” per la sicurezza pubblica.
Durante l’interrogatorio di garanzia, sia Lacerenza che Nobile hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, Alessandra Di Fazio. È stato convalidato il sequestro di beni per un valore di oltre 900 mila euro, che include fondi rintracciati in conti nazionali ed esteri. Attualmente, gli investigatori hanno recuperato solo una parte di questa somma, pari a circa 80 mila euro, suggerendo che potrebbero esserci ulteriori sviluppi nelle indagini.
La difesa legale di Davide Lacerenza
L’avvocato Liborio Cataliotti, che difende Lacerenza e Nobile, ha dichiarato che la scelta di non impugnare la misura cautelare è stata presa per consentire agli inquirenti di verificare “l’assoluta assenza di profitti personali diretti o indiretti da parte di Stefania Nobile”. Questa strategia legale suggerisce un tentativo di dimostrare l’innocenza della sua assistita in un contesto di accuse gravi.
L’operazione che ha portato all’arresto di Lacerenza e degli altri coinvolti è parte di un’iniziativa più ampia delle forze dell’ordine milanesi per combattere il traffico di droga e lo sfruttamento della prostituzione. Questi crimini minacciano non solo la sicurezza dei cittadini, ma danneggiano anche la reputazione di attività commerciali legittime.
In sintesi, il caso della gintoneria di Lacerenza mette in luce come anche locali di intrattenimento possano trasformarsi in centri di attività illecite. La reazione delle forze dell’ordine e del questore di Milano segnala una chiara volontà di mantenere la legalità nella città. Le indagini proseguono e potrebbero emergere ulteriori sviluppi nelle prossime settimane, mentre le autorità continuano a monitorare la situazione e ad agire contro ogni forma di illegalità.