L’arrivo della contagiosa variante Omicron minaccia ancora una volta il sospirato ritorno alla normalità. Tra cenoni coi parenti e party di Capodanno, si teme infatti una nuova ondata di contagi. Ma a preoccupare è anche il rientro a scuola dopo le feste, quando le conseguenze della convivialità natalizia inizieranno a farsi sentire. Cosa fare dunque per arginare un nuovo picco di contagi? C’è chi ipotizza un prolungamento delle vacanze di Natale, chi invece auspica un ritorno dietro i banchi il prima possibile.
Vacanze di Natale prolungate? Il dibattito
“Se ci saranno numeri come quelli del Regno Unito, potremo valutare il rinvio di due settimane del ritorno in classe“. Queste le parole del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, presto smentite dal premier stesso. “No, non valuteremo nella Cabina di regia il prolungamento delle vacanze scolastiche natalizie. Il ministro Bianchi è stato esplicito in questa direzione“, ha detto Mario Draghi, durante la conferenza stampa di fine anno. Su eventuali nuove chiusure, “sono consapevole delle sofferenze dei giovani a causa delle restrizioni faremo di tutto per evitare che quella esperienza” della didattica a distanza si ripeta.
Bianchi: “Sbagliata scelta di prolungare”
Il ministro dell’Istruzione si infatti è detto assolutamente contrario al prolungamento delle vacanze natalizie. “È sbagliata la misura di prolungamento delle vacanze natalizie, la scuola è il comparto della nostra società che con più passione e capacità ha risposto all’invito alla vaccinazione“. Il parere contrario del ministro si basa sul buon numero di vaccinazioni ottenuto nel mondo della scuola. “Il personale prima dell’obbligo era già vaccinato al 96%, oggi c’é l’obbligo. I ragazzi più grandi sono stati vaccinati oltre l’85%, gli altri siamo già all’80%, abbiamo iniziato a vaccinare i più piccoli da poco ma anche lì la rispondenza è stata molto alta“, ha spiegato Patrizio Bianchi. Anche i contagi non preoccupano il ministro dell’Istruzione. “Allo stato attuale, su base nazionale, i positivi dentro alle scuole sono ancora un numero limitato, ben sotto all’1%, come le classi in quarantena. Il problema è cosa accade fuori scuola“, aggiunge il ministro dell’Istruzione.