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Da lunedì primo marzo, la Lombardia, insieme con il Piemonte e le Marche, è tornata in zona arancione a causa dell’aumento dei contagi da Covid-19. A complicare ulteriormente la situazione ha contribuito il diffondersi delle varianti in alcune aree specifiche della regione. Tale situazione ha spinto il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, a emanare una serie di ordinanze per prevedere misure localizzate ancora più restrittive. Oltre ai comuni che si trovavano già in fascia “arancione rafforzata” (tutta la provincia di Brescia, otto Comuni della Bergamasca e Soncino, in provincia di Cremona) se ne sono aggiunti altri 49, più un’intera provincia, quella comasca.
La protesta dei sindaci milanesi davanti a Palazzo Lombardia
I provvedimenti non hanno risparmiato nemmeno la città Metropolitana di Milano. Sei sindaci dell’hinterland milanese hanno dunque inscenato oggi una protesta fuori da Palazzo Lombardia. Il motivo è legato alle modalità con cui tali provvedimenti sono stati comunicati: secondo i primi cittadini, infatti, la Giunta Fontana non si sarebbe mossa per tempo per informare i diretti interessati. La notizia del passaggio di colorazione è arrivata direttamente dai media.
“Abbiamo ricevuto una telefonata ieri sera alle 21.30 dal direttore generale dell’Ats Bergamaschi, che comunicava che il Comune era passato in zona arancione rafforzata“, ha spiegato il sindaco del Comune di Melzo, Antonio Fusè. “Penso che ci sia mancanza di correttezza istituzionale perché lo abbiamo saputo tramite una telefonata, mentre sui media era già comparsa l’ordinanza della Regione. Non è una protesta politica contro il centrodestra“, precisa Roberta Margherita Rosa Maietti, sindaco di Rodano.