“La rassegnazione è saggezza?”, si domandava il drammaturgo rumeno Eugène Ionesco a metà del secolo scorso. La stessa domanda che viene oggi da porsi di fronte a quella che a tutti gli effetti appare come una presa di coscienza – amara, forse – della comunità scientifica. Secondo gli esperti, infatti, la variante Omicron del Covid-19 è destinata a colpire tutti entro l’estate del 2022.
Eppure per mesi interi gli stessi esperti hanno predicato il (sacrosanto) rispetto delle regole e la (altrettanto sacrosanta) necessità di vaccinarsi contro il nuovo Coronavirus. Prima una, poi due e infine tre dosi. Con l’ipotesi di una quarta, su cui però gli scienziati non sembrano aver trovato – nuovamente – un punto d’incontro comune.
L’importanza del vaccino è confermata dai numeri. Perché chi rischia maggiormente un decorso grave della malattia sono coloro che non si sono vaccinati contro il Covid. Basti pensare che, in Italia, secondo l’Iss i no-vax ricoverati in terapia intensiva sono 38 volte di più dei vaccinati con booster; mentre il tasso dei decessi è di 30,3 superiore per i non immunizzati.
Restrizioni, regole (ad esempio l’indicazione di utilizzare le Ffp2) e vaccino, dicevamo. Questi sono i tre capisaldi della comunicazione degli esperti. L’obiettivo? Evitare il contagio, il ricovero e la morte. Ma è ancora davvero così? Perché ormai virologi e scienziati sembrano aver virato su tutt’altro. Lo dimostrano le parole del professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, a Non Stop News su Rtl 102.5.
“Omicron – ha detto – è più contagiosa, ma meno aggressiva. Colpirà tutti entro l’inizio dell’estate: dovranno farsene una ragione i non vaccinati. Entro fine inverno-inizio primavera avremo senza dubbio l’immunità di gregge. Sia la vaccinazione che l’immunità naturale (che si ottiene dopo la guarigione, ndr) sono in grado di difenderci dalle forme gravi. Poi, se anche ci contageremo due volte all’anno, con sintomi influenzali, non credo sia un problema. Il rischio resta per chi finisce in ospedale”.
Dello stesso avviso è il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. A Domenica In, su Rai 1, ha affermato: “La variante Omicron raggiungerà tutti, non c’è scampo. Non c’è dubbio che entro la fine del 2022, salvo un’altra variante, io credo che quasi tutta la popolazione bene o male incontrerà questa variante. Raggiungerà tutti. Poi c’è chi è vaccinato e chi non è vaccinato, che avrà problemi”, ha ribadito.
La stessa posizione espressa in precedenza anche dall’immunologo americano Anthony Fauci, consigliere medico della Casa Bianca. E allora, se abbiamo la garanzia della tripla dose dei vaccini (oltre a quelli che le case farmaceutiche stanno sviluppando calibrandoli su Omicron), a quale scopo bisogna mantenere regole, più o meno rigide, o restrizioni severe? Non si rischia forse di fornire argomenti alla narrazione no-vax?
Ecco, qui subentra la rassegnazione. Perché nonostante le raccomandazioni ci si è resi conto che, alla fine, tutti avremo a che fare con il Covid. La narrazione “infodemica” finora puntava ad evitare il contagio, appunto. Poi ci si è resi conto che Omicron è meno aggressiva delle altre varianti e che il booster offre la giusta protezione per evitare una malattia grave.
La stragrande maggioranza degli italiani si è vaccinata, dimostrando coscienza. E così hanno fatto i cittadini di molti altri Paesi del mondo. Ma comunque si è deciso di andare avanti per la stessa strada, predicando il massimo rigore. Non dappertutto, però. Basti guardare il caso della Gran Bretagna, dove il governo di Londra sta valutando l’eliminazione del green pass e l’allentamento delle restrizioni anti Covid. Il mantra è quello di convivere con il virus.
L’obiettivo è sempre rimasto lo stesso. Eppure, ora tutti – o quasi – si sono resi conto che quell’obiettivo è diventato di fatto irraggiungibile. Il nuovo mantra punta sul più urgente contenimento di ricoveri (l’occupazione dei posti letto in area medica non critica è al 29% in Italia secondo Agenas, con cinque regioni oltre la soglia del 30%) e delle terapie intensive (18%).
Contagiarsi, invece, è tutt’a un tratto diventato qualcosa di normale, quasi scontato. Parola degli esperti, gli stessi di cui sopra. E allora cosa possiamo fare? Non ci resta che rassegnarci: entro l’estate, la variante Omicron del Covid colpirà tutti.
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