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“Noi siamo presi d’assalto ogni giorno perché i pazienti si rivolgono a noi per qualunque cosa. La medicina generale viene ingiustamente accusata, nonostante molti medici abbiano pagato con la vita la propria esposizione. Siamo disponibili a fare i tamponi ma vanno trovati luoghi idonei e servono dpi adeguati. La situazione a Napoli è fuori controllo, dobbiamo agire tempestivamente sui pazienti sintomatici. Quando si arriva ad una situazione fuori controllo il lockdown diventa indispensabile. Sia chiaro però che sarebbe solo ed unicamente la conseguenza del fallimento di un modello organizzativo. Faccio una proposta, uno scambio: sono disponibile ad andare in ospedale se un ospedaliero viene nel mio studio. Forse solo conoscendo reciprocamente il lavoro altrui è possibile capirsi meglio”. Così il dr. Luigi Sparanzo, segretario Fimmg dei medici di base di Napoli.
Una situazione molto complicata quelli dei medici di base
Solo poche ora fa un altro rappresentante sindacale dei medici di base si era fortemente sfogato. “Si perdona la prima volta, perché non si sapeva nulla, un cittadino normale può sperare che non arrivi la seconda ondata di Covid, ma chi è a capo doveva aspettarselo. La colpa è di chi doveva prevenire e non l’ha fatto. Oggi ci troviamo nella stessa condizione di marzo. Rispetto alla prima ondata l’unica cosa che è cambiata è che al momento almeno ci sono i dispositivi di protezione, ma l’organizzazione è peggiore“. Così Francesco Coppolella, rappresentante Nursind Torino, il sindacato dei medici, racconta la condizione del Piemonte. “Per dare una risposta concreta mancano 500 medici e qualche migliaio di infermieri, di posti letto ce ne vorrebbero un paio di migliaia. C’è una richiesta maggiore di ricoveri di bassa e media intensità, lo vediamo nei Pronto Soccorso. Siamo di nuovo soli“, concludeva Coppolella.