Covid: il punto della pandemia dalla trincea di un grande ospedale

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Nella nuova puntata di “Emoticon, Opinioni a Confronto“, la rubrica di Newsby curata da Andrea Pamparana, torna come ospite il dottor Lorenzo Zileri Dal Verme, del dipartimento Scienze mediche e chirurgiche del Policlinico Gemelli di Roma. Il tema centrale, anche in questo secondo incontro, è l’andamento dell’epidemia di coronavirus. Dal Verme ha affrontato in prima persona l’emergenza sanitaria all’interno dei reparti Covid e può dunque fornire una testimonianza diretta di quanto è successo nelle ultime settimane.

La terza ondata di Covid

Nelle ultime due settimane abbiamo assistito a una brusca accelerazione dei contagi, dei ricoveri, e purtroppo, dei decessi. Tale circostanza ha trovato, almeno nella regione Lazio e al Gemelli, un piano di intervento già noto con escalation dei posti attribuiti al Covid. Forse mentalmente eravamo questa volta meno pronti, visto il clima di ottimismo che aleggiava nel mese di gennaio per aver superato la tanto temuta fase natalizia senza grossi contraccolpi e per l’avvio del piano vaccinale”, spiega Dal Verme. “I fattori che hanno favorito quella che oggi appare come la terza ondata sono molteplici, ma essenzialmente l’incremento dei casi è da imputare alla ridotta attenzione da parte della popolazione nei comportamenti quotidiani e dalla comparsa di nuove varianti del virus”, ha aggiunto il medico.

I ritardi della campagna vaccinale

Quello che personalmente mi ha colpito negativamente è proprio il piano vaccinale: mi ha sorpreso che al momento della prima distribuzione dei vaccini questo non fosse già predisposto e che la discussione su chi vaccinare e quante vaccinazioni somministrare giornalmente, così come in quali strutture, non fosse già chiaramente conclusa”, sottolinea Dal Verme.

Ogni ritardo nel piano vaccinale causerà inevitabilmente la comparsa di ulteriori varianti con il rischio di prolungare ulteriormente la pandemia. All’inizio si era parlato di un piano di circa 8 mesi per la quota protettiva di vaccinati pari al 70% della popolazione; a questo risultato si sarebbe arrivati con 200.000 dosi somministrate al giorno. Per i ritardi di consegna da parte delle case farmaceutiche e per la discussione emersa in seguito ai casi di gravi effetti avversi non siamo ancora nemmeno vicini a quei numeri e infatti le ultime stime vedono il mese di giugno 2022 piuttosto che settembre 2021 come termine”, conclude l’esperto.

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