Covid, esercenti chiudono in segno di protesta: “Noi così siamo morti”

[scJWP IdVideo=”ZRwW7LMR-Waf8YzTy”]

Non possiamo continuare a fare zona gialla, arancione e rossa. Abbiamo bisogno di certezze e non ne abbiamo. Così non è possibile mandare avanti un azienda. Sono chiuso da dicembre. A tenere aperto ci perdo. Qui nel centro storico mancano gli indotti del turismo. Non abbiamo assolutamente possibilità di stare aperti“. Così Luca Sciarpelletti, ristoratore di Roma, che oggi ha deciso di non riaprire il suo locale in segno di protesta.

Le ragioni della protesta

Insieme ad altri esercenti, Sciarpelletti ha deciso di chiudere il proprio locale in segno di protesta contro le ultime disposizioni governative che prevedono una “zona gialla” per i soli giorni del sette e dell’otto gennaio. “Questa finta apertura di due giorni è impossibile da sostenere. Non c’è una linea. Noi così siamo morti. Ho pensato di dissentire stando chiuso e non riaprendo. Ho appeso un cartello, dice: caos totale. Aspettavamo gli aiuti ma non sono arrivati. Aspettavamo le linee guida ma non ci sono. Ci sono soltanto queste chiusure e aperture alternate, che per noi sono impossibili da gestire. Chiediamo di rivedere i piani emergenziali di questa situazione. Non possiamo continuare a vivere in questa maniera. Le bollette continuano ad arrivare, le tasse vengono spostate, ma è un debito che stiamo accumulando. Ogni giorno noi accumuliamo debiti“, ha concluso.

Gestione cookie