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“Al momento la situazione è molto complicata, mancano le bombole e le richieste sono tante. Noi dovremmo sempre avere delle bombole di scorta ma non riusciamo ad avere neanche più la fornitura obbligatoria”. L’allarme, nello specifico, arriva dalla dottoressa Letizia Limone, farmacista napoletana, ma non è solo nel capoluogo campano che preoccupa la mancanza di bombole d’ossigeno per affrontare l’emergenza coronavirus. Si tratta infatti di situazioni comuni a diverse parti d’Italia, con un appello comune: restituire le bombole già utilizzate, in modo che possano essere utili ad altri pazienti che necessitano di un supporto per l’ossigeno.
“Più che richieste ci arrivano preghiere”
In Puglia come in Lombardia, in Piemonte come in Campania, la situazione è lontana dal poter essere definita sotto controllo. La testimonianza delle farmaciste napoletane è emblematica: “L’ossigeno è vitale per i pazienti, si poteva prevedere un aumento di forniture – sostiene la dottoressa Limone -. Avrei bisogno almeno di una decina di bombole al giorno e invece in questo momento non ne abbiamo neanche una”.
“Noi non vediamo bombole da giorni, considerando la prima fase tutto poteva essere previsto – sostengono gli altri operatori delle farmacie all’interno del capoluogo campano -. La gente è disperata, le persone iniziano a minacciare esposti. Più che richieste ci arrivano preghiere. È triste perchè sappiamo in che condizioni è chi ci chiede l’ossigeno”.
Lo sfogo dei produttori: “I tempi c’erano, si poteva fare meglio”
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I produttori delle bombole d’ossigeno negano ogni responsabilità per una carenza tanto improvvisa quanto grave. “Apprendo delle difficoltà nel reperire le bombole per l’ossigeno dai giornali perché passata l’emergenza di marzo-aprile nessuno ci ha più ricontattato – si sfoga Giovanni Toffolutti, amministratore delegato di Faber Industrie, azienda produttrice di bombole di ossigeno -. Invitalia (l’Agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, controllata dal Ministero dell’Economia, ndr) ci ha chiamato venerdì per un primo confronto ma i nostri tempi di consegna sono di circa due o tre mesi. La situazione è in parte compromessa”.
“Siamo rimasti stupiti di queste difficoltà – aggiunge Toffolutti -, i tempi per la programmazione c’erano, si poteva certo fare meglio. Anche sull’autonomia delle bombole avevamo lanciato un appello per migliorare il sistema, ma nessuno ci ha ascoltato“.
“Portare bombole di ossigeno usate in farmacia”
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L’appello delle autorità sanitarie è quindi semplice: “Se avete bombole di ossigeno a casa portatele in farmacia” come ribadisce, tra gli altri, Rossana Giove, direttrice Sociosanitaria dell’Ats di Milano. E il dirigente di Vivisol Europa Claudio Garbellini aggiunge: “Il problema è la mancanza di coordinamento tra noi e il sistema socio-sanitario”. Nelle ultime settimane ci sono stati diversi appelli da Aifa, Federfarma e Assogastecnici per il reperimento di bombole di ossigeno medicale. “Questo è il punto centrale – aggiunge Garbellini – la capacità del sistema di ritirare le bombole e in tempi brevi reimmetterle nel mercato. Al momento non abbiamo criticità nelle forniture ma il modello organizzativo va cambiato per eliminare gli sprechi, per questo abbiamo intenzione di chiedere un intervento al commissario Arcuri“.