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I numeri delle ultime settimane sono in netto miglioramento, al punto che il governo sta gradualmente ridefinendo le misure anti Covid. Soprattutto tra i medici e gli esperti, però, è ancora grande la preoccupazione per il diffondersi del contagio. Sulla questione è intervenuto anche Giovanni Di Perri, virologo dell’Amedeo di Savoia di Torino. “È stata un’ondata più veloce, l’infezione si è presa le sue prede più velocemente ma ora sta scendendo. Le cose stanno andando a posto. In reparto i vaccinati che si ammalano sono molto anziani, i non vaccinati sono la maggioranza e sono intorno ai 60 anni. Questo ci dà la misura del fatto che il vaccino è un grosso argine. Se non facciamo stupidaggini sarà un’estate normale. Io continuerò a usare la Ffp2 anche se il Governo deciderà diversamente. Ci sono ambienti che hanno bisogno di rilancio, anche emotivo, come la scuola. Avessimo avuto i numeri di gennaio con la variante Delta sarebbe stato un inferno dantesco“, le sue parole.
Di Perri: “Due anni fa tanta incertezza, ho temuto di morire”
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Il virologo dell’Amedeo di Savoia di Torino ha ripercorso i due anni di pandemia, tornando con la mente a quando il Covid arrivò in Piemonte. “Il primo caso fu asintomatico, oggi non lo ricovereremmo, era un altro atteggiamento. Dopo quel primo caso per una settimana non se ne ebbero altri e poi arrivò la valanga. C’era tanta incertezza. Mi fecero un’intervista sulla gravità, io me ne occupavo da un mese a livello di studi sulla Cina. È stato un contagio dalla Lombardia per noi. Mancavano le protezioni anche per noi operatori sanitari, sono stati momenti emotivamente difficili, ho anche avuto paura di morire data la mia età“, ha aggiunto Di Perri.