Continuano le polemiche sui “colori” della pandemia, con Governo e Regioni reduci da un confronto che potrebbe condurre verso grandi novità in tal senso. In un futuro imminente, infatti, le fasce in cui suddividere il Paese in base alla gravità dell’emergenza Covid potrebbero cambiare in maniera significativa.
Questa la discussione che, secondo l’Ansa, è emersa dal tavolo composto da tecnici delle Regioni e del ministero di Salute. Presenti per discutere su come cambiare il contrasto al Covid, tra gli altri, il direttore Generale della Prevenzione, Giovanni Rezza, e il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts, Franco Locatelli. E i governatori sembrano marciare compatti in tal senso.
L’idea delle Regioni è che la modalità con cui da oltre un anno si contrasta il Covid a livello locale sia superata. “Il sistema dei colori, nel momento in cui la politica è quella delle vaccinazioni, e quando uno è vaccinato regolarmente può circolare, non sembra avere più molto senso“, ha dichiarato il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “I colori servono a poco, su questo siamo pressoché tutti d’accordo. Non è più il caso, ne ho parlato con Fedriga“, ha affermato invece Donato Toma, presidente del Molise.
Anche da parte del Governo, peraltro, arriva una ricostruzione analoga. “C’è una platea del 90% di vaccinati contro il Covid. Di fronte a questo, il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa“, ha dichiarato al ‘Corriere della Sera’ Andrea Costa, sottosegretario alla Salute.
La realtà è che, se non cambiano le norme anti Covid, a fine gennaio la zona arancione è una certezza per molti territori. È vero che già oggi molte delle regole che valevano in una determinata fascia non sono più in vigore per chi ha il Super Green Pass. Del resto non sussiste alcuna differenza tra zona bianca, gialla, arancione per chi è in possesso della certificazione verde rafforzata. Discorso diversissimo per quanto riguarda la zona rossa. Qui restano in vigore tutte le restrizioni previste in passato, incluso il divieto di spostamento anche all’interno del proprio Comune e il fatto che ristoranti e i bar devono restare chiusi.
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